Etica, logo Eni

Il 17 febbraio, torna puntuale da otto anni, la campagna: “M’illlumino di meno”, lanciata originariamente dalla trasmissione radiofonica Caterpillar.

Nel tempo l’iniziativa è cresciuta acquisendo sempre maggiore notorietà. In molti si sono prodigati e si prodigano nella sua divulgazione e quest’anno sono previste nuove iniziative legate al racconto delle buone pratiche sul risparmio energetico e consumo sostenibile. I promotori chiedono di attuare, nell’arco della stessa giornata, tutte le seguenti iniziative:

– riduzione degli sprechi;
– produzione di energia pulita;
– mobilità sostenibile (bici, car sharing, mezzi pubblici, andare a piedi)
– riduzione dei rifiuti (raccolta differenziata, riciclo e riuso, attenzione allo spreco di cibo).

Tutte proposte lodevoli, da seguire e perseguire. Ma, come sempre, c’è un ma. Il ma si chiama Eni.

Perché? È presto detto: l’ENI è un’azienda con il 30% di partecipazione statale; il nostro governo dovrebbe porre particolare attenzione alla tutela dei diritti umani, al controllo che tutto sia fatto secondo la legge. Invece sappiamo bene quale scempio l’Eni stia portando avanti in molti dei luoghi in cui lavora: prima fra tutte la Nigeria. Una nazione ricchissima di risorse, ma che non le può utilizzare, perché ne è stata espropriata. Quante volte abbiamo sentito di esplosioni causate dal fallito tentativo di qualcuno di prelevare petrolio (perché il petrolio nigeriano non appartiene ai nigeriani, ovviamente). Per non parlare della distruzione ambientale di cui è vittima il delta del Niger.  Sulla Libia, invece, stendiamo un pietoso velo.

Accettare l’Eni come sponsor in occasione di “M’illumino di meno” suona come una beffa atroce nei confronti di tutti coloro che pagano le amarissime conseguenze di una politica aziendale senza scrupoli. Avevo scritto recentemente sulla difficoltà di essere etici e puri in questo settore e sull’effetto farfalla. Possiamo chiederci quanto il controsenso di abbinare a un’iniziativa così interessante una pubblicità incoerente e uno sponsor che più sbagliato non si può, possa contribuirvi.

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