Questo libro, Avanti il prossimo, è interessante perché è il primo che racconta le difficoltà quotidiane degli immigrati regolari. Non parla, infatti, di immigrazione legata a problemi di ordine pubblico, sbarchi di irregolari, reati, ma si occupa della vita quotidiana delle persone, delle assurde difficoltà che devono affrontare per restare in Italia in modo regolare.
Prendono così vita vicende kafkiane caratterizzate da continui ostacoli ed impedimenti che spesso non sembrano casuali… Storie di tante persone passate per gli sportelli immigrazione del territorio vicentino. Il linguaggio della burocrazia e della legge, di commi e articoli, si mescola alle avventure, o meglio alle sventure dei migranti, riuscendo in tal modo a non cadere nella monotonia.
Documenti da portare che non bastano mai e cambiano in continuazione; file di ore e attese estenuanti per poter ottenere un permesso di soggiorno che sembra una meta irraggiungibile; la difficoltà a ricongiungersi con la famiglia, per colpa di un appartamento a cui manca mezzo metro quadrato, in base ai parametri previsti dalla legislazione. Queste tappe segnano il cuore di chi ha già compiuto migliaia di km. per cambiare la propria vita, e ora è costretto a rimanere straniero in ogni luogo. Viaggi che partono da Ghana, Senegal, Cina, Bangladesh, Pakistan, Serbia, Moldova, Federazione Russa, Marocco, Albania, India, Kosovo…
C’è la ragazza africana che ha perso il lavoro, ha il marito che si è stritolato il braccio lavorando, la figlia malata e non può più rinnovare il permesso di soggiorno; c’è il kosovaro che, non riuscendo a fare il ricongiungimento familiare, è accusato dal figlio di cinque anni di aver sposato un’italiana; c’è la figlia di una cittadina italiana che non riesce ad ottenere la carta di soggiorno finché, quando sposa un italiano, scopre che la carta era stata stampata e giaceva da anni nel fascicolo in questura; c’è il ragazzo, minacciato con la pistola dal datore di lavoro che non vuole metterlo in regola, che non riesce neppure a ottenere un permesso di soggiorno per lavoro ed è costretto a passare il suo tempo in biblioteca per stare un po’ al caldo, visto che “l’albergo cittadino” lo ospita solo di notte…
Tanti flashes, piccole storie, ritratti minimi di una quotidianità difficile e complessa, legata al rispetto di una burocrazia contorta e incomprensibile.
Un viaggio senza fine né ragione, che passa dalla gestione dell’immigrazione in provincia di Vicenza da parte degli enti preposti (questura, prefettura, provincia, comuni, sindacati e associazioni di categoria), alla storia della legislazione sull’immigrazione in Italia.
Più sotto l’articolo del Giornale di Vicenza e de: “La Voce Misena” di Senigallia.