Straniero secondo Julia Kristeva

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lo straniero, Julia Kristeva

Chi è lo straniero? Questo più sotto è l’incipit del libro di Julia Kristeva. Buona riflessione.

Straniero: rabbia strozzata in fondo alla gola, angelo nero che turba la trasparenza, traccia opaca, insondabile.

 

Figura dell’odio e dell’altro, lo straniero non è né la vittima romantica della nostra pigrizia familiare né l’intruso responsabile di tutti i mali della città. Né la rivelazione attesa né l’avversario immediato da eliminare per pacificare il gruppo.

Stranamente, lo straniero ci abita: è la faccia nascosta della nostra identità, lo spazio che rovina la nostra dimora, il tempo in cui sprofondano l’intesa e la simpatia. Riconoscendolo in noi, ci risparmiamo di detestarlo in lui.

Sintomo che rende appunto il “noi” problematico, forse impossibile, lo straniero comincia quando sorge la coscienza della mia differenza e finisce quando ci riconosciamo tutti stranieri, ribelli ai legami e alla comunità.

Julia Kristeva: “Stranieri a noi stessi”

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