3 luglio, il discorso di Tsipras
Il testo del discorso di Alexis Tsipras in piazza Syntagma:
Questa non è una manifestazione di protesta. Questa è una festa per la democrazia e la libertà. Oggi stiamo celebrando il coraggio e la nostra decisione di prenderci in mano il nostro destino e dare la parola al popolo greco. Oggi festeggiamo e cantiamo, cantiamo per superare la paura, per superare i ricatti.
L’Europa che abbiamo conosciuto, l’Europa con i suoi valori fondanti non ha niente a che vedere con tutto questo che stiamo subendo.
E oggi a quest’ora tutta l’Europa ha gli occhi su di voi, sul popolo greco, sui tre milioni di poveri e su tutti i disoccupati.
Oggi tutto il pianeta ha gli occhi su piazza Syntagma, sulle piccole grandi piazze della nostra patria, sul luogo dove la democrazia è nata.
Ridiamo un’altra occasione alla democrazia per farla tornare in Europa, perché l’Europa possa tornare ai valori che l’hanno fondata, che per tanti anni non ha applicato e ha così costretto i popoli a fare scelte che vanno contro la loro volontà.
Tutti insieme daremo un messaggio di speranza alla democrazia e ai greci. Domenica non decidiamo semplicemente di rimanere in Europa, ma di rimanere con dignità, di avere un futuro e di essere uguali agli altri popoli dell’Europa.
Nessuno può ignorare questa passione, nessuno può ignorare questa agonia, questa voglia di vita per la speranza e per l’ottimismo
E credetemi: nessuno ha il diritto di minacciare che taglierà la Grecia fuori dal suo luogo naturale, nessuno ha il diritto di minacciare che dividerà l’Europa. La Grecia – la nostra patria – è, è stata e rimarrà la culla della civiltà europea.
Da questo luogo, ci dice la mitologia che Zeus ha rapito Europa.
Ora i tecnocrati della società vogliono portarci via di nuovo Europa, e noi diciamo no, non lasceremo l’Europa nelle mani di quanti vogliono rapirla dal suo passato democratico e dai valori della solidarietà del rispetto reciproco.
Cittadini greci, uomini e donne di ogni età che siete qui inondando piazza Syntagma sentendo il crescendo del terrore che ci viene fatto negli ultimi giorni.
Cittadini greci, il nostro popolo, nella sua storia, ha dimostrato molte volte di saper rispedire indietro gli ultimatum. Perchè gli ultimatum possono essere respinti. Le pagine più splendenti della storia di questo Paese e del popolo di questo Paese sono state pagine di coraggio e di virtù.
Vi richiamo, quindi, a scrivere insieme momenti di storia di libertà.
Vi invito questa domenica a dire di nuovo a dire un grande e orgoglioso no agli ultimatum, a voltare le spalle a coloro che vi stanno terrorizzando.
E lunedì, qualunque sia il risultato di questo procedimento democratico che alcuni non volevano che avvenisse, che volevano impedire, diremo un assoluto no alla divisione. Lunedì i greci e le greche non avranno nulla che li dividerà tra di essi: lotteremo insieme per ricostruire una Grecia migliore di quella che da cinque anni è stata ridotta in questo stato.
Vi invito a mettere da parte le sirene del terrore che stanno urlando e che voi possiate decidere con calma e con cuore, che voi prendiate una decisione orgogliosa per una Europa democratica.
Per un piccolo popolo che lotta senza spade, senza pallottole, ma con un’arma più forte di tutte: abbiamo la giustizia dalla nostra parte e quindi vinceremo, nessuno può nascondere questo.
Cittadini di Atene, la libertà vuole virtù e coraggio, e tutti noi abbiamo virtù e coraggio. Siamo liberi e respiriamo aria di libertà. Qualunque cosa succeda siamo noi i vincitori: la Grecia ha vinto, la democrazia ha vinto.
Ci rivedremo e abbiate coraggio. Con la libertà il nostro popolo andrà avanti, la Grecia resterà nell’Europa della solidarietà.
L’APPELLO IN TV del 3 luglio:
Il momento della democrazia e della responsabilità è arrivato. È ora che le sirene dell’allarmismo e del disfattismo tacciano. Quando un popolo prende il futuro nelle proprie mani non ha niente da temere. Andiamo tutti alle urne con calma e facciamo la nostra scelta, valutando gli argomenti e non gli slogan.
Ieri è accaduto un fatto di grande importanza politica. È stato pubblicato il rapporto del Fmi per l’economia greca. Un rapporto che ha reso giustizia al governo greco, perché conferma quanto è ovvio, cioè che il debito greco non è sostenibile. Loro stessi dicono che l’unico modo per rendere sostenibile il debito e per aprire la strada alla ripresa sia quello di procedere a un taglio del debito del 30%, concedendo un periodo di grazia di 20 anni. Questa posizione, però, i creditori non l’hanno mai esposta al governo greco durante i 5 mesi della trattativa. Anche nella proposta finale delle istituzioni, quella che domenica il popolo viene chiamato ad approvare o respingere, ogni posizione simile è assente.
Il rapporto del Fmi rende giustizia alla nostra scelta di non accettare un accordo che ignora il grande problema del debito. In poche parole, il principale ispiratore del memorandum viene adesso a confermare la nostra giusta valutazione, ovvero che la proposta che ci viene data non porta a un’uscita dalla crisi. Cerchiamo allora di capire, tutti noi. Domenica non si decide sulla permanenza della Grecia in Europa.
Si decide se, sotto ricatto, dobbiamo accettare il proseguimento di una politica senza via d’ uscita, come ormai ammettono i suoi stessi ideatori.
Domenica si decide se dobbiamo dare il nostro accordo alla morte lenta dell’economia e all’impoverimento della società, se dobbiamo acconsentire a tagliare ulteriormente le pensioni, per ripagare un debito non sostenibile coi risparmi dei pensionati, o, se, con determinazione, dobbiamo rafforzare il nostro potere negoziale, per raggiungere un accordo che ponga definitivamente fine a questo catastrofico quinquennio.
Greche e greci, ora che ci divide poco tempo dall’apertura delle urne, dobbiamo tutte e tutti mostrarci responsabili, rispettando le opinioni contrarie alle nostre, e affrontare uniti il nostro comune futuro.
Qualsiasi fosse la nostra scelta di domenica, lunedì nulla ci dividerà. Nessuno mette in dubbio la permanenza del paese in Europa. Il ‘no’ ad un accordo non sostenibile non significa rottura con l’Europa. Significa proseguimento dei negoziati in condizioni migliori per il popolo greco.
Vi rivolgo dunque l’invito di opporre un no agli ultimatum, ai ricatti, alla campagna della paura. Ma vi rivolgo anche l’invito di dire di no alla divisione. No a chi cerca di spargere il panico e di impedirvi di decidere con calma e responsabilità per il vostro futuro. Vi rivolgo l’invito di decidere con determinazione a favore della democrazia e della dignità. Per una Grecia orgogliosa e fiera in un’Europa democratica e solidale.
a cura di Tonia Tsitsovic. ripreso dal sito: Primalepersone
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