Anniversario delle leggi razziali fasciste

Depenalizzare, Giovani razzisti crescono, leggi razziali

Leggi razziali fasciste:

“È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l’opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l’indirizzo arianonordico”.

(Dalla Rivista “La difesa della razza” anno I, numero 1, 5 agosto 1938, p. 2)

 “Il 73° anniversario della promulgazione delle legge razziali in Italia sia un monito contro il fenomeno odioso e in crescita delle discriminazioni istituzionali”. Questo è l’auspicio dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), in occasione di questo triste anniversario.

L’Unar informa che le istruttorie che sono state aperte dall’ufficio sono in forte aumento (nel 2010 raddoppiate rispetto al 2009; aumentate del 35% nel 2011 rispetto al 2010). All’interno di queste percentuali, quelle che riguardano la vita pubblica sono del 29,8%. L’Unar dichiara giustamente inammissibile che ci siano discriminazioni nella pubblica amministrazione. Ma verso chi sono rivolte le discriminazioni? Le categorie più discriminate in assoluto sono i Rom, i Sinti e i cittadini stranieri e comunitari. Molto lungo è l’elenco dei comuni che hanno emesso “ordinanze” discriminatorie nei loro confronti – dalle ordinanze antilucciole, antiaccattonaggio, antilavavetri, a quelle che impongono requisiti particolarmente restrittivi per accedere a prestazioni sociali, o alla residenza; è nei loro confronti che ha agito l’Unar, obbligando gli enti a ritirare i provvedimenti discriminatori.

L’Unar, che attualmente dipende dal Ministero delle Pari Opportunità, dovrebbe essere un organismo indipendente, istituito in seguito a precise e vincolanti direttive europee. Per questo motivo l’organo di vigilanza del Consiglio d’Europa ECRI (Commissione Europea contro il Razzismo e l’Intolleranza), ha invitato l’Italia in modo molto fermo a rendere esecutiva l’indipendenza del dipartimento, sganciandolo dall’attuale supervisione governativa.

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