Appunti di viaggio nei territori dell’anima, di Giovanni Gocci
Pubblico un po’ troppo scarso a Sandrigo per assistere alla presentazione di Appunti di viaggio nei territori dell’anima, nuovo libro di Giovanni Gocci, analista junghiano da 42 anni.
Laureato in economia e commercio, pedagogia, ipnosi clinica e psicoterapia, è autore di numerosi libri di poesie e riflessioni sulla vita, l’amore e l’anima-psiche.
“L’anima è il nostro territorio, insieme creiamo un quid collettivo che si chiama anima mundi”, ha spiegato Gocci. E ancora, “Non sono uno psicoterapeuta ma un artista; le persone che vengono da me, raccontandosi, mi portano una tela bianca e dei colori ed io restituisco loro un ritratto: sono un pittore della relazione”.
Il professor Gocci ha coinvolto i presenti chiedendo loro di leggere alcuni brani del suo libro e di esprimere poi le emozioni provate. Questo ha movimentato la serata, permettendo al pubblico di partecipare attivamente. La parte relativa all’espressione delle proprie emozioni, ha creato però del disagio: non è facile, infatti, partecipare alla presentazione di un libro e trovarsi a raccontare “a freddo” aspetti molto intimi di sé a degli sconosciuti. Il professor Gocci ha proposto anche una breve meditazione per insegnare a focalizzarsi sul qui e ora attraverso l’ascolto del proprio respiro perché, come disse Jung, “Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia”.
Molto interessante l’analisi della società attuale, carica di odio, rabbia e rancore. Per parlarne, Gocci ha fatto un parallelo con la società greca dicendo che i greci avevano inventato gli dei, ma gli dei erano invisibili agli uomini. Oggi la nostra società è dominata da Ares, il dio della guerra e stiamo diventando preda, tutti insieme, dell’Ombra collettiva. Jung sosteneva che non esiste soltanto l’inconscio del singolo, ma che le esperienze delle società si accumulano in una sorta di memoria collettiva inconscia, che lui ha chiamato, appunto, inconscio collettivo.
La nostra società, per guarire, ha bisogno di Armonia che, nella mitologia greca, era la figlia di Ares, dio della guerra – e di Afrodite, dea dell’amore.
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