Asgi e MD su stop Mare Nostrum

Mare Nostrum, casa loro

L’Europa e, con essa, l’Italia (che pure aveva ed ha messo in atto un tentativo di cambiamento coraggioso) sembrano nuovamente arretrare, fisicamente ed eticamente, sulla propria linea di confine, indifferenti alle tragedie che si consumano a pochi chilometri di distanza e alla tutela delle vite umane.

L’ASGI esprime profondissima preoccupazione per le conclusioni del vertice tra il ministro degli Interni italiano Alfano e la Commissaria UE Maelmstrom relativo alla prosecuzione degli interventi di ricerca e salvataggio dei migranti nel mare Mediterraneo.

Era auspicio dell’ASGI, come di tutti gli enti di tutela dei diritti umani fondamentali in Europa, che l’operazione Mare Nostrum divenisse un’operazione europea, facendo propria da parte dell’Unione, pur con i cambiamenti necessari in termini di mandato di azione, catena di comandi e distribuzione delle responsabilità.

In questo modo sarebbe stata salvaguardata la principale finalità dell’operazione Mare Nostrum, ovvero quella di mettere in atto una condotta attiva di rintraccio e soccorso delle barche di migranti (in assoluta prevalenza di rifugiati), spingendo l’intervento nelle acque internazionali e avvicinando, così, la protezione nei confronti delle persone in fuga.

Al contrario, l’unico elemento di certezza che pare emergere dalle vaghissime dichiarazioni conclusive del vertice Alfano-Malmstroem è che la futura operazione, al momento chiamata “Frontex Plus” e la cui stessa futura esistenza è tuttora solo una mera ipotesi, si limiterà alla gestione degli interventi di pattugliamento e soccorso al limite delle acque territoriali europee, ovvero solamente 12 miglia dalla costa , non spingendosi più nelle acque internazionali, come ha fatto Mare Nostrum, operando fino a 170 miglia dalle coste italiane.

Viene di fatto sconfessata, pur dietro vuote formule rituali di apprezzamento dell’operazione stessa , l’importantissima novità in termini di politica europea del diritto di asilo e di applicazione del diritto internazionale in materia di ricerca e soccorso in mare rappresentata dall’operazione Mare Nostrum, grazie alla quale diverse migliaia di persone sono state tratte in salvo.

Va evidenziato come proprio nei giorni precedenti il vertice si sono intensificati di attacchi a Mare Nostrum, accusato addirittura di avere aumentato il numero di morti in mare in quanto le organizzazioni dei trafficanti avrebbero fatto partire imbarcazioni in condizioni ancora più precarie in ragione della maggiore vicinanza degli interventi di soccorso. Si tratta di una ipotesi alquanto azzardata, tutta da dimostrare, e che ha finito per spostare l’attenzione dalle ragioni di fondo che hanno prodotto l’intensificarsi delle partenze, ovvero il precipitare delle crisi umanitarie in Siria e in diverse aree del continente africano, nonché al processo di disgregazione della Libia.

L’annunciato cambiamento di rotta che dovrebbe avvenire con “Frontex Plus” non è stato accompagnato neppure da un preciso impegno ad intervenire seriamente nei paesi di transito dei rifugiati per aumentare i canali di ingresso sicuri dei rifugiati e l’ipotesi di un piano europeo di reinsediamento dei rifugiati non pare essere stato neppure oggetto dei colloqui.

Nello stesso tempo, però, sono trapelate indiscrezioni sull’ opportunità di mettere in campo strategie finalizzate a contrastare le partenze attraverso accordi con paesi terzi e, addirittura, fonti informali della Commissione (non smentite) hanno parlato di ipotesi di “dirottamenti” delle barche dei migranti, un’espressione che pare riproporre in sostanza lo spettro dei respingimenti sulla cui illegalità la Grande Camera della Corte Europea dei diritti dell’Uomo si è espressa con chiarezza con la Sentenza Hirsi del 23 febbraio 2012 con la quale condannò proprio la politica italiana dei respingimenti.

L’Europa e, con essa, l’Italia (che pure aveva ed ha messo in atto un tentativo di cambiamento coraggioso) sembrano nuovamente arretrare, fisicamente ed eticamente, sulla propria linea di confine, indifferenti alle tragedie che si consumano a pochi chilometri di distanza e alla tutela delle vite umane.

L’ASGI fa appello:

  • al Governo italiano affinché recuperi il profilo alto che aveva finora saputo tenere con l’operazione Mare Nostrum e riproponga all’Europa la discussione sull’avvio di una operazione comune europea con le caratteristiche di fondo di Mare Nostrum;
  • alla Commissione UE e al Parlamento Europeo affinché l’accordo annunciato venga profondamente rivisto e si rilanci una nuova fase della politica europea sull’asilo e la protezione dei diritti fondamentali di coloro che fuggono da gravi violazioni dei diritti umani;
  • all’U.N.H.C.R. (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e a tutti gli enti ed organismi di tutela dei rifugiati in Italia e in tutti i paesi dell’Unione affinché facciano sentire la loro voce nei confronti delle autorità italiane ed europee affinché si dia avvio, come sopra indicato, ad una effettiva operazione comune europea di pattugliamento e soccorso nel Mediterraneo, in acque europee ed internazionali.

Torino, 29 agosto 2014

Comunicato Magistratura Democratica

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