Aspettami, poesia di Konstantin Simonov

Konstantin Simonov

9 maggio 1945-2018: 73 anni dalla vittoria nella 2a Guerra Mondiale.


Aspettami ed io tornerò,
ma aspettami con tutte le tue forze,
aspettami quando le gialle piogge
ti ispirano tristezza,
aspettami quando infuria la tormenta,
aspettami quando c’è caldo,
quando più non si aspettano gli altri,
obliando tutto ciò che accadde ieri.
Aspettami quando da luoghi lontani
non giungeranno mie lettere,
aspettami quando ne avranno abbastanza
tutti quelli che aspettano con te.
Aspettami ed io tornerò,
non augurare il bene
a tutti coloro che sanno a memoria
che è tempo di dimenticare.
Credano pure mio figlio e mia madre
che io non sono più,
gli amici si stanchino di aspettare
e, stretti intorno al fuoco,
bevano vino amaro
in memoria dell’anima mia …
Aspettami. E non t’affrettare
a bere insieme con loro.
Aspettami ed io tornerò,
ad onta di tutte le morti.
E colui che oramai non mi aspettava,
dica che ho avuto fortuna.
Chi non aspettò non può capire
come tu mi abbia salvato
in mezzo al fuoco
con la tua attesa.
Solo noi due conosceremo
come io sia sopravvissuto:
tu hai saputo aspettare semplicemente
come nessun altro.

Aspettami ed io tornerò,
ma aspettami con tutte le tue forze.
Aspettami quando le gialle piogge
ti ispirano tristezza,
aspettami quando infuria la tormenta,
aspettami quando c’è caldo,
quando più non si aspettano gli altri,
obliando tutto ciò che accadde ieri.
Aspettami quando da luoghi lontani
non giungeranno mie lettere,
aspettami quando ne avranno abbastanza
tutti quelli che aspettano con te.

Aspettami ed io tornerò,
non augurare del bene
a tutti coloro che sanno a memoria
che è tempo di dimenticare.
Credano pure mio figlio e mia madre
che io non sono più,
gli amici si stanchino di aspettare
e, stretti intorno al fuoco,
bevano vino amaro
in memoria dell’anima mia…
Aspettami. E non t’affrettare
a bere insieme con loro.

Aspettami ed io tornerò
ad onta di tutte le morti.
E colui che ormai non mi aspettava,
dica che ho avuto fortuna.
Chi non aspettò non può capire
come tu mi abbia salvato
in mezzo al fuoco
con la tua attesa.
Solo noi due conosceremo
come io sia sopravvissuto:
tu hai saputo aspettare semplicemente
come nessun altro.

poesia di Konstantin Simonov

Quando scrisse questa poesia Simonov era un corrispondente di guerra che condivideva le fatiche e i rischi dei soldati dell’Armata Rossa nei primi convulsi mesi dell’aggressione nazista. La scrisse per la propria ragazza senza nessuna intenzione di pubblicarla, ritenendola troppo «intimista» e lontana dai canoni del «realismo socialista» per comparire sulla stampa. Ma quando era al fronte la leggeva ai soldati che aveva intorno e molti di loro la trovavano così bella da trascriverla o da impararla a memoria. Fu proprio per insistenza degli uomini e delle donne della prima linea che Simonov decise di pubblicare «Aspettami» sul giornale dell’Armata Rossa «Krasnaja Zvezda». Nel dicembre 1941 alcune sue poesie vennero lette alla radio e pubblicate sulla «Pravda». «Aspettami» fu quella di maggior successo. Apparve centinaia di volte sui giornali e ne vennero tratti anche una canzone ed un testo teatrale. Venne trascritta migliaia e migliaia di volte da soldati e civili. Alcuni la modificarono creando delle versioni più aderenti alla propria esperienza personale da inviare alla persona amata. Ci fu anche chi se ne tatuò un brano o lo incise sulla corazza del proprio carro armato. Simonov venne sommerso da migliaia di lettere, in una di queste un soldato gli scrisse «Tutti conosciamo a memoria “Aspettami”. Dice esattamente come ci sentiamo».

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