Auguri a tutti, pensando all’anno che sta arrivando

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luci di Natale, Auguri a tutti

Poesia scritta quasi dodici anni fa, ma ancora attuale (basta cambiare qualche nome). Per questo, la ripubblico oggi in vista dell’arrivo del nuovo anno e con la speranza che le cose vadano per il meglio.

Auguri a Ernesto, figlio di italiani, visto per residenza elettiva,

da marzo aspetta un permesso di soggiorno perché non ha i 20.000 € richiestigli dalla questura;
Auguri a Mohammed, Marocco, studente, permesso per famiglia,
si è affidato a un consulente che ha preso i soldi e lasciato scadere il permesso;
A Mamadou, Senegal,
che non ha più il passaporto, perché il suo avvocato l’ha smarrito;
A Marija, Jugoslavia, permesso per salute, marito nato in Italia,
da un anno aspetta di sapere se potrà restare;
A Federico, kossovaro con permesso per motivi straordinari,
espulso dopo quattro anni di lavoro in Italia, perché in Kossovo la guerra è finita da un pezzo;
A Nikola, permesso per lavoro e niente casa, famiglia in Jugoslavia,
un figlio che gli dice: “Non torni perché hai sposato un’italiana”;
A Luisa, cittadina Sinta-italiana, vive con i genitori in provincia di Vicenza,
ma è iscritta all’anagrafe di Trieste;
A Darko, lavoratore precario da vent’anni in Italia, il contratto scade il 31.12,
non ha più soldi per pagare il mutuo e la casa ora è all’asta;
A Dana, seconda generazione, nata in Italia, ma cittadina serba,
stufa di sentirsi dire: “Però, come parli bene l’italiano!” e anche: “Da quanto tempo sei in Italia? Ti piace di più l’Italia o la Serbia?”;
Auguri a chi è costretto a raccontarti la sua vita
Solo per avere un timbro o un certificato;

Auguri a chi negli stranieri vede

Una fonte di guadagno illimitato – decreto flussi a 3000 euro, venghino siori, venghino!;
Auguri a chi ascolta
Solo chi ha la tessera e la pensa come lui;
Auguri agli stranieri che fanno file di ore fuori dalle questure, prefetture, uffici vari…
Stessa regola in tutta Italia! In coda! Qui non si fanno discriminazioni!
Auguri a chi non ha pazienza e chiede il riconoscimento dei diritti,
Invece di esserci riconoscenti, ché vi facciamo pure lavorare!
Pensate un po’ ai doveri va’, come mio nonno in Argentina!
Auguri anche a te, stupido idealista sognatore,
che ostinato continui a lavorare perché credi in un mondo migliore.
Che l’impegno tuo e degli altri serva a costruire,
una nuova pace, tanta serenità, una vita piena per tutti,
i belli e i brutti, i bianchi e i neri, i bugiardi e i sinceri, gli alti e i bassi…
dove non ci saranno più i cattivi clandestini
contrapposti agli onesti cittadini,
e neppure chi nasconde i capitali
venendo osannato dai giornali,
ma un mondo fatto di tante
           diversità
che insieme comporranno una grande
           unità.
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