Avventure che possono capitare a chi cerca lavoro
Cosa fa chi cerca lavoro quando riceve una telefonata che lo invita ad un colloquio conoscitivo? Probabilmente si precipita all’appuntamento con un misto di apprensione e speranza. E poi, cosa può succedere? Qui sotto un’eventualità tutt’altro che remota.
Siete una persona che cerca lavoro e, una bella mattina di sole, ricevete una telefonata in cui una gentilissima segretaria vi invita ad un colloquio conoscitivo. Vi spiega che l’azienda per cui lavora si sta espandendo ed è alla ricerca di nuovo personale: avendo visto il vostro curriculum online, vi contatta perché hanno giusto bisogno di personale con mansioni di segreteria, back-office, data entry e un po’ di commerciale. Sareste liberi nel pomeriggio, verso le 15,30? Ma certo che siete liberi!
Così, fra l’agitato e l’entusiasta, andate a casa e cominciate a ripassare la parte, provate a immaginare le domande e a dare le risposte e intanto frugate nell’armadio alla ricerca del vestito più adatto all’occasione.
Ovviamente, da esperti cacciatori di un nuovo lavoro, ormai sapete tutto tuttissimo su come presentarsi al colloquio, come vestirsi, che atteggiamento avere, qual è il significato recondito del vostro muovere le mani o accavallare le gambe secondo Freud, Jung, Adler, oltre ad Anna Freud, Melanie Klein fino ai più recenti Morelli ed esperti di teorie comportamentali, costruttiviste, pensiero positivo, coaching psicologico e spirituale, senza dimenticare campane tibetane e sciamanesimo.
Intanto continuate a fare le vostre cose, preparate il pranzo mentre controllate gli orari delle corriere e decidete se è il caso di indossare anche la collana di finte perle; mentre verificate di avere un biglietto valido, stampate la copia aggiornata del vostro curriculum con quella bella foto di quando si è laureato vostro figlio (Beh? Cos’è quella faccia? È il curriculum che dev’essere aggiornato, mica la foto!) e intanto buttate la pasta. Non che abbiate molta fame, ma non è il caso di andare al colloquio con i crampi allo stomaco, quindi mangiate lentamente ma non troppo.
Il viaggio lo fate senza rendervene conto, presi come siete dal ripasso e dall’immaginare tutto ed il suo contrario, mentre controllate per la trecentesima volta che il curriculum ci sia, che sia quello aggiornato e senza quel brutto errore di battitura che avevate fatto la settimana scorsa.
Arrivate e la ricerca dell’ufficio non vi prende molto tempo: è un bell’ufficio, musica a gogò, un altro paio di persone che aspettano, due segretarie carine al desk. Ed ecco il momento tanto atteso… finalmente tocca a voi! Un signore in vestito blu vi fa accomodare nel suo ufficio e vi spiega che la loro ditta si occupa di diverse attività e parla di sviluppo della fibra ottica e attività con ditte locali. Vi dice che dovranno aprire tre uffici e uno sarà a Vicenza; quindi devono selezionare alcuni profili per attività di segreteria generale, lavoro amministrativo, data entry e commerciale. Vi stupisce che il selezionatore usi il vostro curriculum per scrivere le cose che fanno e non lo legga, ma, quando vi chiede di tornare il giorno successivo per una prova, accettate.
Il giorno dopo siete un po’ rintronati, in quanto vi siete svegliati alle 3 e vi siete riaddormentati giusto quei dieci minuti che precedono il suono della sveglia. Ma non importa, è arrivato il gran giorno e siete pronti. Partite molto presto, sia mai che la corriera fa ritardo e poi perdete il bus…
Arrivate e dopo di voi arrivano altre persone, finché vi ritrovate in dieci. Dove vi metteranno a fare le prove? Cominciano a chiamare le persone a coppie, le fanno entrare in ufficio e, dopo un minuto, le fanno uscire con due giovanotti in vestito blu. Una strana sensazione comincia a serpeggiarvi dentro, ma ecco che chiamano voi e l’ultima ragazza rimasta. Il selezionatore di ieri vi presenta tre colleghi dicendovi che stamattina farete una giornata di formazione esterna, per imparare le modalità operative dell’azienda. Alla vostra richiesta di spiegazioni, vi vien detto che nella seconda parte della giornata farete prove interne d’ufficio. Venite quindi invitati ad uscire con i tre giovanotti che vi scortano fuori.
Vi fate, ovviamente, mille domande: dove ci porteranno? Cosa ci sarà qui fuori da guardare per capire meglio l’aspetto commerciale di questo lavoro?
Vi fanno salire in macchina. Piccoletta, solo con le porte davanti, ci state piuttosto stretti. Appena partiti, l’altra ragazza comincia a fare domande sul contratto: che contratto avete voi? Chiede ai tre giovanotti. Vi sembra indiscreta ed inopportuna (forse lei non ha letto i vari Freud, Morelli & Co. come voi…), loro nicchiano, lei insiste; loro fingono di non capire, lei insiste e si fa sempre più aggressiva fino a dire: “Io lo so che questa è una truffa, me l’hanno detto persone che sono venute con voi, mi hanno detto che ci porterete in giro a suonare campanelli per proporre di fare nuovi contratti luce-gas”…
Oh, oh…
Mentre pensate che la ragazza non è stata molto furba a dire che sapeva che si tratta di una truffa (se lo sapeva perché è venuta? Perché non starsene a casa?), pensate a cosa fare: mica potete buttarvi fuori dalla macchina. Oltretutto il mattino avete firmato un documento in cui dichiaravate di impegnarvi a passare tutta la giornata – 8,30-18,30 – nella formazione esterna. Sia mai che vi chiedano i danni… Decidete di vedere cosa succede. Intanto il capo dei tre giovanotti vi spiega che vi state recando a Schio (40 minuti circa da Vicenza) e starete là tutto il giorno per imparare la loro modalità di lavoro che poi vi verrà chiesta sotto forma di test e colloquio.
E così arrivate a Schio e cominciate a camminare alla ricerca delle partite IVA, imparando un nuovo linguaggio fatto di Questa è una zona di contatori, oppure qui abbiamo fatto la luce, ora dobbiamo fare il gas.
Vi spiegano che il 90% è negativo, il 10% è positivo; in una giornata dovrete fare 60-70 campanelli e lavorare sul 10% positivo in modo da avere 2 contratti fatti a fine giornata. Si tratta di un metodo statistico infallibile, funziona davvero sempre. Quindi non si deve far caso ai no, saprete già che avrete il 90% di no, ma voi dovrete concentrarvi sui positivi.
Camminate quattro ore di fila, vi fermate un’ora per un contratto e la pausa pranzo (che vi dovrete pagare voi) e poi ricominciate fino alle 18 (magari, se il vostro collega ha buon cuore, si fermerà alle 17). Poi si ritorna, ma a quel punto avete capito che quello non è esattamente il lavoro che avevate immaginato e proprio non riuscite a pensarvi mentre passate le vostre giornate a suonar campanelli, tornando più volte per convincere le persone. Chiedete quindi di non fare test e colloquio (anche perché temete di perdere l’ultima corriera) e riuscite a tornare a casa per le 20,15. In pullman rivedete i volti delle persone da cui siete andati: il signore addormentato che ha aperto la finestra della camera a petto nudo, la ragazza appena uscita dalla doccia, l’anziana che vi chiedeva consiglio sulla lettura del contatore, la libraia con un mare di meravigliosi libri per bambini in cui avreste voluto immergervi, il chiropratico che voleva sapere come fare per non ricevere più telefonate moleste…
Un mondo dove, per fortuna, non andrete mai più a disturbare, mentre la vostra ricerca di lavoro ricomincia.
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