Babbel e i rifugiati
Babbel è stata per me una gradita sorpresa. Da alcuni mesi, infatti, stavo riflettendo sulla necessità di rinfrescare il mio inglese e, mentre mi documentavo sui costi, le modalità di iscrizione, e così via, ho scoperto una cosa molto bella: Babbel ha messo a disposizione un milione di euro di corsi per insegnare il tedesco ai rifugiati di Berlino.
In pratica, grazie alla collaborazione avviata con il senato di Berlino, l’organizzazione di servizi sociali di Berlino Mitte AWO, l’Università Open Higher Education Kyron e la fondazione Hoffnungsträger, Babbel ha avviato diversi progetti rivolti ai rifugiati. Inoltre, si occupano di preparare i volontari che insegneranno il tedesco ai rifugiati tramite appositi corsi di formazione.
Il fondatore di Babbel Markus Witte, ha dichiarato di non conoscere le diverse esigenze dei rifugiati rispetto all’utenza normale, per questo la scelta è stata quella di studiare con calma la situazione collegandosi con partner, anche istituzionali, in grado di supportare il loro progetto.
A questo proposito il sindaco di Berlino Michael Müller ha posto l’accento sull’importanza che ha la conoscenza della lingua per un’integrazione riuscita: cominciare a studiare il tedesco fin dal primo giorno, quello della propria registrazione, è sicuramente un vantaggio per i rifugiati.
Che cos’è Babbel:
Si tratta di una modalità di studio delle lingue straniere online, sia tramite computer fisso che attraverso i dispositivi mobili iOs, Android e Apple Watch.
La app di Babbel, fondata nel 2007, è leader nel mercato mondiale con una media di 120.000 download al giorno. Grazie al riconoscimento vocale e a tutta una serie di proposte diversificate, sia per livello di apprendimento, sia per tipologia di situazione, è diventato davvero semplice imparare una nuova lingua. Attualmente c’è la possibilità di scegliere fra ben 14 lingue e precisamente: inglese, tedesco, spagnolo, francese, italiano, portoghese brasiliano, turco, polacco, svedese, danese, norvegese, olandese, russo e indonesiano. Si possono scegliere diverse tipologie di abbonamenti che vanno da un minimo di un mese a un anno, tempo durante il quale si può accedere alla piattaforma senza limiti.
In un periodo in cui i rifugiati sono visti con il fumo negli occhi sia dalle persone comuni che da tanti politici, è davvero bello constatare che ci sono aziende profit che si preoccupano di mettere a disposizione degli altri le loro professionalità e competenze – nonché i loro soldi. Anche se sono certa che questo abbia qualche finalità pubblicitaria, non c’è dubbio che si tratta di un’iniziativa lodevole e si spera che, seguendo l’esempio di Babbel, altre aziende decidano di fare qualcosa di simile.
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