Benedetto Vertecchi e la scrittura
Non conoscevo il pedagogista Benedetto Vertecchi e, dopo aver letto quello che pensa dei sistemi informatici e del loro rapporto con la scrittura, sono contenta di sentire che quello che sostengo da tempo sia condiviso da un numero sempre maggiore di esperti.
Ma di cosa stiamo parlando? È semplice, il Professor Benedetto Vertecchi, docente di pedagogia sperimentale all’università di Roma Tre, ha fatto una ricerca il cui risultato è che la scarsa pratica della scrittura a mano in favore dei moderni strumenti informatici, provoca nei bambini difficoltà nell’utilizzo degli oggetti (forbice, colla); i bambini che non scrivono a mano, inoltre, mescolano fra loro tipi diversi di carattere e stili (maiuscolo e minuscolo, corsivo, stampato e stampatello, ecc.), perdono la capacità di argomentare e l’uso della memoria (questo timore in realtà lo espresse pure Socrate, nel criticare la scrittura rispetto all’oralità).
Non si tratta di problemi da poco, visto che il modo in cui i bambini di oggi imparano le cose plasmerà il loro futuro.Per questo è importante tenere presente che tablet, lavagne luminose e così via, sono degli strumenti che devono essere al servizio delle persone. È chiaro che non ha senso demonizzarli, ma dev’essere altrettanto chiaro che, come tutte le cose, devono essere utilizzati correttamente e non solo perché sono nuovi. Alcuni anni fa una scuola in provincia di Treviso, ottenne un finanziamento europeo per un programma che prevedeva l’insegnamento della scrittura in prima elementare utilizzando il PC e senza la penna. Non sembra sia stata una buona iniziativa, da un punto di vista didattico e non solo.
Oggi è difficile dire qualcosa, ci siamo in mezzo e, quando si è inseriti in un cambiamento così grande, non lo si può giudicare correttamente. Solo il futuro ci dirà quali saranno davvero gli effetti di queste nuove tecnologie. Però, se faremo tesoro dei consigli degli esperti, se ascolteremo quello che hanno da dirci i ricercatori, forse, riusciremo a far convivere i nostri bambini con i tablet senza le gravi conseguenze di cui parla il professor Vertecchi in questa ricerca.
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