Bonifica Cromador, l’inazione dei responsabili ci costerà un milione di euro

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Bonifica Cromador, verniciatura

Bonifica Cromador ultimo atto? La regione Veneto ha stanziato l’incredibile somma di un milione di euro (per la precisione 1.009.000 €) perché il comune di Sandrigo possa provvedere ad avviare la bonifica dell’azienda, fallita lo scorso anno.

La notizia del milione di euro per la bonifica Cromador, è stata pubblicata il 5 gennaio nel Bollettino regionale n. 2 del 2021 ed è relativa alla deliberazione della giunta regionale n. 1765 del 22 dicembre 2020.

Ricordate la vicenda, vero? Sull’annoso problema legato all’inquinamento storico della ditta Cromador, l’amministrazione comunale non ha fatto nulla di nulla dal 2012, anno in cui la stessa ditta aveva segnalato il superamento dei parametri previsti dalla legge (da 5 a 35 mcg.). La possibilità di un lavoro di bonifica del terreno da parte dell’azienda è completamente sfumata in seguito al fallimento della stessa che, con un vero colpo da maestro, ha chiesto al comune una proroga alla diffida ad adempiere per avere il tempo di presentare i libri contabili in tribunale. In seguito lo stabile è tornato al proprietario in quanto impossibile, perché troppo costoso, darlo ai creditori a saldo dei debiti.

Dal 20 gennaio, data del precedente articolo sul tema, è passato meno di un mese e la cittadinanza scopre, con sommo stupore, che i costi per la bonifica del sito non sono pari a 100.000 €, come detto in Consiglio Comunale dal sindaco Giuliano Stivan, ma dieci volte di più: un milione! Non solo, la delibera stanzia 5 milioni per bonifiche di vari siti: Sandrigo risulta il comune che riceverà la cifra più alta, pari a un quinto del totale stanziato!

Leggendo le fredde carte della burocrazia, vediamo trasparire una fortissima preoccupazione per una situazione davvero esplosiva, che è sfuggita di mano e dove chi avrebbe potuto agire, a qualsiasi livello, non l’ha fatto e non siamo in grado di sapere il perché.

[…] Le Pubbliche Amministrazioni chiamate ad intervenire in attuazione degli adempimenti di cui agli art. 242 e segg. del D.Lgs.152/06 e ss.mm.ii. si trovano per essi nella possibilità di una immediata cantierabilità, stante l’urgenza dell’intervento e/o la persistenza nel tempo della problematica di inquinamento, ma tuttavia prive delle necessarie risorse finanziarie per far fronte alle spese connesse agli interventi stessi o alla loro progettazione.

In taluni casi le Pubbliche Amministrazioni si sono trovate a dover sospendere gli interventi di bonifica già in corso, sebbene urgenti, avendo rilevato in corso d’opera problematiche non prevedibili in fase di progettazione, che impongono tuttavia un impegno finanziario non affrontabile per gli Enti coinvolti.

Alcune situazioni riguardano altresì casi di rinvenimento di una potenziale contaminazione determinata dalla presenza di rifiuti in stato di abbandono, per le quali la Pubblica Amministrazione tenuta ad intervenire in via sostitutiva, stanti le esigue risorse a disposizione nel proprio bilancio, non è in grado di intraprendere le preliminari ed urgenti misure di caratterizzazione del sito ai fini della definizione dello stato ambientale dell’area e del rischio sanitario connesso.

In considerazione dell’urgenza e dell’entità degli interventi individuati, come descritti nel prospetto allegato al presente provvedimento (Allegato A), vista la ricognizione delle criticità effettuata dalla Direzione Ambiente anche rapportandosi con le strutture delle Province e Città Metropolitana, dove sono stati altresì valutati gli interventi, dando priorità anche alla presenza di progetti pronti e cantierabili, appare pertanto opportuno e necessario garantire la loro concreta ed integrale attuazione assegnando, a favore delle rispettive Amministrazioni comunali, le somme necessarie come riportate nel medesimo prospetto.

La cosa davvero incredibile è che la delibera sopra riportata, seppur pubblicata nel BUR di gennaio, è stata approvata in dicembre e chissà, forse, l’amministrazione comunale di Sandrigo ne era al corrente. La cittadinanza però non sa nulla sulla gravità della situazione, sulla possibilità di un inquinamento, sugli eventuali rischi che correremmo nel caso in cui il progetto relativo al bacino di laminazione andasse avanti…

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