Bulgaria, sistemazione e prima conoscenza di Plovdiv
Ebbene sì cari i miei due lettori, care le mie due lettrici, da due giorni sono in Bulgaria, a Plovdiv, come avevo precedentemente scritto. So che quello che faccio non è esattamente in cima ai vostri pensieri, però vi voglio ugualmente raccontare come va qui.
In evidenza potete ammirare lo splendido panorama che era visibile dall’aereo, a seguire altre foto vi mostrano alcuni particolari della Bulgaria. Ma, vi chiederete, come te la stai cavando con l’inglese ed il bulgaro? Riesci a capire e farti capire?
Beh, devo dire la verità: il mio inglese non è proprio il massimo, mi impappino, mi emoziono e dimentico anche le cose più basilari (la s nella terza persona e cose simili). Sono certa però che le cose miglioreranno e che, pian piano, imparerò anche un po’ di bulgaro: non tanto, ma quello che basta per poter chiedere cose basilari, ringraziare, salutare e così via.
La mia tutor è una persona davvero speciale, disponibile al massimo e che mi sta insegnando un sacco di cose (anche se comincio a lavorare soltanto lunedì), mi ha fatto vedere i luoghi più economici dove acquistare ciò che mi serve, mi ha raccontato la storia della città e dei suoi quartieri e mi ha parlato di quello che sarà il mio lavoro qui.
Abbiamo cenato insieme in un ristorante tipico ed ecco a voi alcuni piatti: tortino di patate, spinaci e formaggio; pollo in salsa con purè e pane caldo farcito con formaggio fresco (simile alla feta greca).
Domani comincerò il tirocinio ed allora potrò dire qualcosa di più. Per ora queste giornate sono state una festa per me: in giro per la città – senza perdermi! – a zonzo alla disperata ricerca di un caffè il primo giorno (la dispensa era, ovviamente, vuota). Qui ci sono moltissime macchinette per il caffé in giro per le strade (qelle che da noi si possono trovare nelle sale d’attesa, negli uffici, all’ospedale o in biblioteca), ci sono anche moltissimi negozietti minuscoli che vendono cibo pronto: un trancio di pizza, un kebab, patatine ed hamburger, cibo tipico locale e così via.
Prima di finire (vi racconterò con più calma fra qualche giorno) vi voglio parlare di un monumento che ho visto durante la mia passeggiata odierna: l’anniversario è stato qualche giorno fa ed è il motivo per cui vedete tutti quei fiori freschi.
In pratica è successo che durante la seconda guerra mondiale i bulgari nel marzo 1943, nonostante fossero ufficialmente alleati con la Germania di Hitler, si ribellarono agli ordini di deportazione degli ebrei presenti in Bulgaria. Questo è successo a Sofia ed anche a Plovdiv. Qui il metropolita Kiril, a cui le autorità impedirono l’ingresso nel luogo in cui erano radunate le persone da deportare, si arrampicò sullo steccato promettendo il suo aiuto. In seguito andò a chiedere aiuto al re, a tutte le autorità ecclesiastiche minacciando di bloccare il treno con il proprio corpo. E grazie a questo gli ebrei non poterono essere deportati.
Un esempio di nonviolenza e di come, se lo si vuole davvero e fino in fondo, si riesca a vincere senza le armi.
Più sotto la testimonianza dei fatti di Rina Sha’ashua Hason, originaria di Plovdiv, che racconta quello che ha fatto il metropolita.
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