Caos accoglienza profughi
Gli eritrei arrivati in Sicilia preferiscono farsi rompere un braccio a manganellate piuttosto che lasciare le impronte digitali, cosa che li condannerebbe a chiedere asilo all’Italia. Gli afgani e i pachistani a Crotone vanno tutti i giorni in questura a pregare di essere identificati. Ma la polizia rimanda di mesi perché non c’è posto nel centro di accoglienza, dove per legge dovrebbero andare nel momento in cui sono schedati e fanno richiesta di protezione internazionale. Sta in questo paradosso il caos del sistema d’accoglienza italiano per richiedenti asilo, che opera in “emergenza” da oltre dieci anni.
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