Cappuccetto rosso sangue, recensione del libro

Cappuccetto rosso sangue

 Dalla vertiginosa altezza dell’albero, la bambina osservava tutto. Il tranquillo villaggio di Daggorhorn si trovava al centro della valle. Visto dall’alto, sembrava un posto remoto ed estraneo. Un posto di cui lei non sapeva nulla, un posto dalle estremità appuntite, senza recinzioni e senza filo spinato, un posto dove la paura non ti segue ovunque come un genitore ansioso.

Da quel punto là in alto, sospesa nell’aria, anche per Valerie sembrava possibile trasformarsi, essere diversa.
Magari un animale. Un falco: arrogante e solitario, con la freddezza di chi lotta per la sopravvivenza.
Già a sette anni Valerie sapeva che, per qualche strana ragione, lei non era come gli altri abitanti del villaggio. […]

Ecco l’incipit del romanzo: “Cappuccetto Rosso sangue“, forse il primo caso di libro tratto da una sceneggiatura.
Se vi piacciono le storie dark, ecco un libro che fa per voi. Si tratta, in realtà, di una edizione modernizzata della storia di “Cappuccetto Rosso”. Non è la prima volta che qualcuno modifica questa famosissima fiaba. La prima versione risale al 1697 ed è opera di Charles Perrault, la seconda e più famosa risale al 1857 ed è quella dei fratelli Grimm.
Ho presentato tre versioni recenti della fiaba: qui la prima versione, qui la seconda, qui la terza.

Tornando al libro… Racconta la storia di Valerie, la bambina di sette anni di cui si parla nell’incipit. Il suo villaggio, Daggohorn,  ruota attorno alla gestione (anzi, all’incapacità di gestione) della paura di un lupo che vive nei dintorni e che vuole le sue vittime. Il libro, di cui non intendo rivelare la trama, ci accompagna nel percorso di crescita di Valerie, che da bambina diventa una bellissima adolescente con tutti i dubbi e le paure delle adolescenti.

La storia è avvincente e si legge tutta d’un fiato, fino ad arrivare a  un finale davvero sorprendente.
Buona lettura e… guardatevi dal lupo!
Sarah Blakley-Cartwright – Cappuccetto Rosso sangue – Ed. Mondadori
Da una sceneggiatura di David Leslie Johnson
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