Ho scritto questo pezzo molti anni fa, all’inizio della mia avventura come blogger. Mi riconosco in ogni parola e, per questo, lo ripropongo oggi.
Sono la cercatrice di storie, mio nutrimento. Vado per le strade, osservo, raccolgo e assorbo: quello che vedo, che ascolto, che annuso e tocco, tutto diventa storia. Lanternino e cappuccio, bastone e mantello, cammino nella bruma, alla ricerca.
Le storie che raccolgo sono succose fragole e funghi saporiti, sono cardi e rovi che graffiano la carne. Sono la vita che mi si dona.
Cerco le storie di chi non ha voce per raccontarsi, di chi non ha la forza di parlare di sé, delle donne e degli uomini che, nel mondo, hanno bisogno di una voce: io presto loro la mia voce e la mia penna. Facciamo uno scambio, loro mi donano la loro storia, così pesante da farli camminare curvi, da farli svegliare di soprassalto la notte, con il cuore in gola e un sudore gelido sulla schiena; io trovo il mio nutrimento e sto bene, divento più forte e determinata, le storie scorrono nelle mie vene, linfa vitale che diventa parte di me.
Ora che io sono quella storia, posso trasmetterla agli altri.
Le storie mi cambiano, mi rendono ricca. Modificano anche il mio aspetto. A volte, sono una vecchia strega cattiva, perché è difficile metabolizzare certe sofferenze, e allora, per alcuni giorni, giro soffiando il mio veleno contro tutti quelli che incontro. Ma poi la storia si amalgama con tutto quello che ho dentro, la rabbia passa e io sono pronta a raccontare e a scrivere. Altre volte, sono una piuma leggera e faccio il solletico a tutti quelli che incontro, oppure sono una brezza burlona e giocherellona e mi diverto a soffiare nei capelli dei bambini, piano però, sono soffi-carezza. Sono le storie di gioia, che ti fanno saltare in alto, fino a toccare il cielo con un dito.
Altre volte ancora, mi intristisco e non mi muovo più. Vorrei non esserci, non avere né visto, né sentito. E piango, piango. I miei occhi non smettono di piangere e le mie lacrime diventano un’alluvione con cui vorrei annegare la città. Ma poi sorge un bellissimo sole caldo, e si può vedere l’arcobaleno con un orsacchiotto, una lumaca e un bambino che ci scivolano sopra. E anche questa storia è pronta e può essere narrata.
O ancora, divento una vecchia saggia, seduta sotto il Grande Albero, da dove dispenso parole, consigli, medicine, sussurri e risate. Succede dopo che ho raccolto preziosi insegnamenti, nascosti in frasi all’apparenza banali, ma che hanno dentro un seme di saggezza. Io raccolgo e conservo i semi nella mia dispensa e, quando sono maturi, li spargo sui campi a larghe mani, perché tutti possano approfittarne.
Sono la Cercatrice di Storie, qualcuno ha una storia per me?
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Bellissimo articolo, hai fatto bene a riproporlo.
Ciao Ada,
mille grazie del commento. Sì, è un articolo a cui sono molto affezionata perché rispecchia quello che sento nei confronti delle storie. Ed è stato frutto di una scrittura automatica, la più sincera, secondo me.
Un abbraccio a te
Mari