Le dieci regole del controllo sociale secondo Chomsky

Controllo sociale secondo Chomsky

Conoscete Noam Chomsky? Egli è un linguista, filosofo, storico, teorico della comunicazione e anarchico statunitense. Professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology, una delle grandi teste pensanti del mondo moderno.

È da un po’ che voglio scriverne, mi decido a farlo ora, dalla Bulgaria dove mi trovo e da dove guardo al mondo da un punto di vista diverso. Chomsky ha elaborato una sorta di decalogo, le dieci regole del controllo sociale, così le ha chiamate, e che ci condizionano senza che ce ne accorgiamo.

Per la sua analisi Chomsky è partito dalla constatazione che siamo continuamente bersagliati da notizie e stimoli esterni che ci influenzano. Stampa, televisione, internet e social media, stanno diventando sempre più invasivi e pervadono le nostre vite. È inevitabile che tutto questo ci influenzi, anche se non lo vogliamo. E quindi, continua l’analisi, è possibile che il potere utilizzi questi mezzi per orientare il nostro pensiero, manipolandolo?

Sì, è la risposta, è possibile e sta accadendo. E Chomsky elenca in dieci punti le strategie che il potere utilizza. Ecco di seguito l’elenco:

  1. La strategia della distrazione

    È semplice, basta tenere le persone occupate con problemi meno importanti, in modo che non si focalizzino su quello che invece davvero conta. Se, per esempio, i media continuano a propinarci gossip relativo ai divi della televisione, ci impediscono di pensare ai problemi economici e sociali o all’inquinamento globale.

  2. Creare il problema e poi offrire la soluzione

    È facile: si crea un problema e lo si lascia senza soluzione; questo porta le persone a chiedere risposte e solo a quel punto si offriranno le soluzioni precedentemente stabilite. Per esempio, se si desidera approvare una legislazione sulla sicurezza che restringe le libertà individuali, basta lasciare nel degrado un’area urbana; quando la popolazione protesterà si risponderà con una legge restrittiva delle libertà individuali (com’è stato appena fatto con le modifiche normative in materia di diritto d’asilo). Un altro esempio è quello di creare una crisi economica e poi far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

  3. La strategia della gradualità

    Se una misura è inaccettabile, la si applica con gradualità per un po’ di anni di seguito. Alcuni esempi sono  privatizzazioni, precarizzazione del lavoro, disoccupazione di massa.

  4. La strategia del differire

    Un altro sistema è quello di presentare una misura per il futuro, definendola necessaria e dolorosa. Se il sacrificio sarà in futuro, ogni persona si sentirà più tranquilla ed avrà, comunque la speranza che, nel frattempo, le cose cambieranno in meglio.

  5. Rivolgersi alle persone come a dei bambini

    Parlare al pubblico come se si avessero davanti bambini di meno di dodici anni, con voce debole e intonazione infantile; questo fa sì che chi ascolta adotti davvero l’atteggiamento di un dodicenne.

  6. Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione

    Puntare sull’emotività per impedire l’analisi razionale e l’utilizzo del senso critico delle persone. Il tono emotivo apre la porta verso l’inconscio per indurre comportamenti paure, desideri, timori.

  7. Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità

    Le persone non devono riuscire a capire metodi e tecniche usati per controllarle. La qualità dell’educazione dev’essere povera e mediocre, in modo da mantenere nel tempo la distanza fra classi sociali superiori ed inferiori.

  8. Stimolare il pubblico a essere favorevole alla mediocrità

    Spingere le persone ad essere mediocri, volgari, ignoranti perché è di moda. questo mi fa pensare al linguaggio scurrile dei nostri politici e a tutti coloro che si vantano pubblicamente di non leggere libri.

  9. Rafforzare il senso di colpa

    Far in modo che le persone si sentano le uniche responsabili di tutto quello che accade loro di negativo, perché incapaci o prive di sufficiente intelligenza e voglia di fare. Questo mi fa pensare alla derisione pubblica dei giovani da parte di molti politici (a partire dal famoso bamboccioni, per arrivare all’insulto ai giovani italiani all’estero da parte di Poletti).

  10. Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca

    La scienza, negli ultimi cinquant’anni, ha fatto molti progressi e questo ha creato un distacco fra le conoscenze delle persone comuni e quello delle élites. Biologia, neurobiologia e psicologia applicata, hanno permesso al sistema di conoscere le persone meglio di quanto esse conoscano se stesse. Questo permette al sistema potere e controllo maggiori, senza che le persone se ne rendano conto.

Come sfuggire al controllo sociale?

Semplice, Chomsky consiglia di abbattere le regole che ci vogliono imprigionare. quindi dovremo essere disponibili al confronto, allo studio, all’approfondimento, all’accettazione di una pluralità di opinioni contro il pensiero unico dominante; consiglia anche di ritornare ad essere massa critica che non accetta quanto imposto in modo automatico

Nel video qui sotto la descrizione di quanto ho scritto.

Sotto al video, troverete alcune frasi tratte dai libri di Chomsky.

Questi brani sono tratti da Wikipedia:

  • C’è una teoria quasi ufficiale – più diffusa negli Stati Uniti – secondo la quale la democrazia è un sistema nel quale cittadini sono spettatori e non attori. Ad intervalli regolari, hanno il diritto di mettere una scheda nell’urna, di scegliere nella classe dei capi qualcuno che li diriga. Fatto ciò, devono tornarsene a casa, badare ai fatti propri, consumare, guardare la televisione, far da mangiare e soprattutto non devono disturbare il manovratore. Questa è la democrazia.
  • La rapidità con cui una notizia viene fornita dà l‘illusione di vivere al centro degli avvenimenti, ma significa soltanto che siamo sottoposti a una propaganda ancora più intensa. Quando gli avvenimenti sono istantanei e appassionanti, ci lasciamo trascinare dal loro flusso. Secondo me la superficialità, non la rapidità, incide sulla percezione del presente. Ma si fa di tutto per cancellare ogni memoria.
  • Prima degli anni settanta, le banche erano banche. Facevano quello che delle banche dovevano fare in un’economia capitalistica di Stato. Per esempio, prendevano dai vostri conti correnti i fondi inutilizzati e li trasferivano per scopi potenzialmente utili, come aiutare una famiglia a comprare una casa o a mandare il figlio all’università, o a cose del genere. Negli anni settanta tutto questo è cambiato radicalmente. Fino ad allora non c’erano state crisi finanziarie. (p. 26)
  • I sistemi democratici procedono diversamente, perché devono controllare non solo ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa. Lo Stato non è in grado di garantire l’obbedienza con la forza e il pensiero può portare all’azione, perciò la minaccia all’ordine deve essere sradicata alla fonte. È quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i princìpi della religione di Stato. (da La Fabbrica del consenso, in Libertà e linguaggio, traduzione di Cesare Salmaggi, Tropea, Milano, 1998)
0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.