Colonia, rifugiati e violenza sulle donne
Colonia: la città tedesca diventata “famosa” in questi giorni per l’episodio di violenze diffuse nei confronti di molte donne l’ultimo dell’anno. Ricordo che molte donne sono state aggredite, derubate, molestate sessualmente e, alcune di loro, anche stuprate da uomini ubriachi apparentemente “di origine araba, profughi, nordafricani”. In seguito anche donne di altre città tedesche hanno sporto denuncia per fatti simili accaduti sempre la notte di San Silvestro.
Così l’opinione pubblica si è divisa fra chi ha approfittato dell’occasione per pretendere una stretta sull’accoglienza dei profughi e dei musulmani in generale e chi, come me, ritiene che la questione sia più complessa e che la violenza sulle donne non sia soltanto appannaggio di tribù, come sostiene il direttore della Stampa, in un articolo davvero difficile da accettare per il semplicismo con cui affronta l’argomento. Qui sotto vi propongo la riflessione in proposito fatta dallo scrittore algerino Tahar Lamri e l’articolo di Gaia, tratto dal blog “Le donne visibili”.
Il finto dibattito che si è scatenato – soprattutto in Italia – sui fatti di Colonia e che artificiosamente oppone un…
Posted by Tahar Lamri on Domenica 10 gennaio 2016
A ciò aggiungo i due post che trovate più sotto, che avevo pubblicato alcuni anni fa: parlano, il primo, di aggressione nei confronti di tre ragazze rom; il secondo delle statistiche relative alla violenza domestica in Veneto (perpetrata da mariti/compagni veneti, o comunque italiani, ovviamente). La violenza nei confronti delle donne è una realtà trasversale che colpisce tutte le classi sociali, le età, le categorie. Una realtà che è sempre esistita, purtroppo. E, a quanto raccontano le donne che vi sono state, anche l’Oktoberfest di Monaco è l’occasione per moltissimi dei maschi presenti di palpeggiare, molestare, violentare donne, anche grazie ai fiumi di birra che scorrono durante il festival. E in questo caso profughi e nordafricani non c’entrano proprio nulla.
Sono sempre stata convinta che i maschi, non tutti per fortuna, usino la religione, la politica, la legge, le scienze, per tenere le donne sottomesse. Nella società occidentale, si dice che le donne abbiano pari diritti e siano rispettate. Secondo me, invece, ci sono ugualmente sottomissione e mancanza di rispetto, espressi però in modo diverso, a volte molto sottile. Basti pensare alle differenze di salario, di carico di lavoro, alla difficoltà di fare carriera, all’esiguo numero di donne nei luoghi di potere e comando e così via.
Qui a fianco, per esempio, c’erano delle foto che ho scelto di togliere. Si trattava di una pubblicità del 2009 della ditta Relish particolarmente significativa sulla visione della donna da parte di alcune categorie di persone in occidente. Se guarderete il loro sito internet vedrete anche foto e video di bambine vestite e truccate come donne adulte.
Un primo, significativo, passo verso una diversa visione della donna dovrebbe passare prima di tutto dal deciso rifiuto di simili immagini, proprio per il messaggio di estrema violenza – neppure implicito, in questo caso – che veicolano.
Se è necessario “trovare i colpevoli” è altrettanto vero che lo stupro non ha passaporto (essere stuprata da un connazionale non è meno doloroso che esserlo da uno straniero). Per questo ritengo importante fare un approfondito lavoro culturale, alfabetizzare emotivamente i maschi che ne hanno bisogno, educare i giovani… Sì, lo so, sa di retorica, ma leggete il post trovato su Facebook qui sotto, fatti che accadono nel nordest italiano in cui, mio malgrado, vivo.
E qui, si apre il tema spinosissimo del turismo sessuale di cui l’Italia detiene il triste primato…
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