Contro la discriminazione di Rom e Sinti
Il 19 novembre Open Society Justice Initiative ha notificato alla Commissione europea un memorandum redatto in collaborazione con alcune ONG italiane in cui si sollecita la Commissione a verificare la compatibilità col diritto dell’Unione europea delle misure di emergenza che, dal giugno 2008, colpiscono Rom e Sinti in Italia. Il memorandum documenta infatti come il “Decreto emergenza nomadi” abbia istituzionalizzato le discriminazioni nei confronti dei rom, violando tra l’altro il loro diritto alla protezione dei dati personali e alla libertà di movimento e producendo numerosi effetti collaterali quali sfratti e discontinuità scolastica.
Oltre all’iniziativa di livello europeo, giovedì 25 novembre andrà a udienza presso il Tribunale Civile di Milano un procedimento antidiscriminazione riguardante ancora il “decreto emergenza nomadi”, “Omerovic e altri c. Italia”. L’Open Society Justice Initiative è intervenuta a sostegno dei ricorrenti e degli avvocati locali chiedendo al giudice italiano un rinvio alla Corte di giustizia dell’Unione europea in base agli argomenti giuridici invocati nel memorandum.
Per oltre due anni, le comunità rom e sinti sono state stigmatizzate dalle autorità italiane, violando il loro diritto alla protezione dei dati personali, alla parità di trattamento e alla libertà di movimento. Il decreto emergenza nomadi ha infatti condotto a un censimento di tutte le comunità rom e alla creazione di varie banche dati etniche nelle regioni “colpite dall’emergenza nomadi”. Durante l’emergenza, la stigmatizzazione della comunità rom, i controlli di polizia e gli sfratti improvvisi sono aumentati notevolmente, raggiungendo i 209 nella sola città di Milano per il solo 2010. Un recente disegno di legge del governo, inoltre, è stato espressamente concepito per facilitare le espulsioni dei rom dall’Italia, espulsioni già effettuate sotto forma di “contratti di rimpatrio” da alcuni comuni come Pisa, in Toscana.
Il memorandum per la Commissione presenta le prove di come centinaia di rom siano stati schedati in un’apposita banca dati e quindi perseguiti o sfrattati, e in alcuni casi anche rimpatriati. Molti dei loro figli non hanno potuto andare a scuola a causa dello “stato di emergenza” e dei conseguenti frequenti sfratti.
Dettagli sul caso Omerovic e sul memorandum inviato alla Commissione europea sono disponibili online.
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