Crisi mondiale
Lo stupore è massimo. Devo dire che, se non fosse una tragedia, ci sarebbe da morire dal ridere. La Banca Mondiale sostiene che la crisi colpirà anche i paesi in via di sviluppo. Ma a chi si riferisce? A tutte quelle persone che vivono con meno di un dollaro al giorno?
A chi è costretto a fuggire dalla propria terra perché la Borsa (o la Borsa o la Vita…) di Londra piuttosto che di Wall Street ha speculato sul prezzo del cacao, o del caffè e lui si ritrova di botto sul lastrico? A chi vive in un terreno desertificato a causa del folle utilizzo del suolo da parte delle multinazionali (costruzione di dighe, piantagioni di mais per biocarburanti…)? A chi non può più comprare il riso perché la Monsanto lo ha brevettato? A chi fugge dalle nostre italianissime bombe?
Sono anni che le politiche scellerate di FMI e Banca Mondiale producono solo impoverimento nei (cosiddetti) Paesi in Via di Sviluppo (PVS). Oddio, sappiamo benissimo che i ricchi hanno continuato ad essere ricchi (anzi, sempre più ricchi), sappiamo anche che le modalità di calcolo del Pil sono aberranti, visto che le catastrofi e le guerre lo fanno schizzare in alto (ricostruzioni e commesse per le fabbriche di armi); sappiamo inoltre che l’occidente ritiene che il proprio modo di vivere e di operare sia valido ed esportabile in tutto il mondo – e quindi quando parla di crisi dei PVS, parla della sua visione della crisi dei ricchi abitanti dei PVS, non certo dei poveri sem terra brasiliani, per dire; per loro la crisi è perenne, ed è provocata proprio da chi ora sta proponendo le ricette per uscirne.
L’unica cosa intelligente detta dai dirigenti della Banca Mondiale è che: “Il tema della sicurezza alimentare per i paesi più poveri è centrale“. Peccato che ne siano responsabili anche loro…
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