Desolazione, incuria e abbandono abitano la Casa Rossa
Ad Ancignano la Casa Rossa ex Villa Negri-Stefani, si trova da troppo tempo in uno stato di desolante incuria e degrado, al punto da comparire nell’elenco dei luoghi dell’abbandono. Già nel 2014 il Comando di Polizia Locale ha segnalato che si erano staccati pezzi di intonaco e calcinacci a causa delle vibrazioni della strada. Nulla è stato ancora fatto per questo edificio sottoposto a tutela.
Le finestre della Casa Rossa sono dei buchi neri, orbite senza occhi che seguono chi passa per la Marosticana. La Villa cinquecentesca ha una storia antica e un’architettura di pregio, fra cui spicca un caminetto «alla palladiana».
Un edificio esterno, costruito a fianco in epoca successiva e che dà sulla provinciale, è attualmente pericolante e i vicini raccontano di frequenti cadute di coppi dal tetto.
Già nel 1976, il compianto esperto d’arte Piero de Pellegrini, scriveva che l’edificio era in uno stato «estremamente precario» anche a causa del traffico pesante della vicina provinciale, raccontava del recente crollo di una barchessa che aveva messo in luce crepe nei muri e dichiarava ormai segnata la sorte della villa.
Sono passati molti anni e Casa Rossa è divenuta proprietà del comune che però non ha attivato progetti di sorta.
Dopo inutili tentativi di vendita, nel 2012 si valutava la possibile demolizione della porzione pericolante dell’edificio, ma non se ne fece nulla.
Nel 2014, il Comando di Polizia Locale, ha segnalato che si erano staccati pezzi di intonaco e calcinacci, a causa sia delle vibrazioni della strada, sia del precario stato di manutenzione dell’edificio.
Nel novembre 2014, a seguito di determina di 1.015 euro, uno studio tecnico incaricato dall’amministrazione, emetteva perizia statica certificante «lo stato pessimo dell’edificio esterno invitando a demolirlo, lasciando in piedi solo la muratura ad ovest, allo scopo di stabilizzare il muro di collegamento con la Casa Rossa», sottoposta a tutela.
Nel 2015 una nuova determina di 3.806 euro, a favore dello stesso studio, chiedeva «la realizzazione di un progetto di messa in sicurezza della Casa Rossa».
Di nuovo, non è stato fatto nulla.
Sono passati altri tre anni: nel novembre 2017 l’amministrazione ha incaricato lo stesso studio per una nuova «redazione del progetto di messa in sicurezza di Casa Rossa».
L’edificio però è sottoposto a tutela, e, per procedere, serve il parere della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Verona e quello di Vi.Abilità. Per questo, l’amministrazione, con determina di 4.480 euro, ha affidato ad uno studio di architetti l’incarico di redarre la documentazione necessaria ad acquisire i suddetti pareri. Attendiamo fiduciosi la stesura della pratica, curiosi di scoprire quanto tempo ancora dovremo aspettare perché Casa Rossa sia recuperata e resa dignitosa.
De Pellegrini, 40 anni fa, scriveva:
Si tratta di uno dei nostri monumenti più notevoli per pregio intrinseco d’arte e perché costituisce un momento paesaggistico di singolare evidenza: la rossa mole che si eleva sulle falde delle rustiche abitazioni, proiettandosi sulla campagna costituisce una visione in cui forma e colore si fondono in quella sintesi che è vanto del paesaggio veneto.
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