Io donna intervista Giusi Nicolini
Più sotto potrete trovare l’intervista che Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa, ha rilasciato al settimanale del Corriere della Sera: “Io donna”. Racconta la sua esperienza di sindaco di luoghi particolari come le isole di Lampedusa e Linosa. Giusi Nicolini parla dell’accoglienza e del suo significato profondo per i lampedusani.
Ho già parlato della fortuna avuta con il lavoro di supervisione nella raccolta di storie di vita di un gruppo di profughi fuggiti dalla guerra in Libia nel 2011.
Riporto più sotto alcune delle loro considerazioni su Lampedusa e posso solo ringraziare Giusi Nicolini, Lampedusa ed i lampedusani.
Con queste esperienze di vita e di morte, nel momento in cui sono arrivato a Lampedusa, ho preso una bottiglia d’acqua e questo è stato un motivo di gioia per me.
Ci hanno messi nella barca. Abbiamo impiegato circa tre giorni per arrivare fino a Lampedusa, fino a quando, da Lampedusa,è arrivato il soccorso che ci ha accolti.
Appena sbarcata, ho fatto una cosa: ho bevuto un bicchiere d’acqua.
È arrivato un momento in cui abbiamo visto la terraferma con altre persone in uniforme, però ho visto che non erano le stesse persone del giorno prima. Quello è stato un giorno di gioia: quella era Lampedusa.
Ci hanno tanto aiutato: ci hanno portato magliette, salvato bambini, donne, tutti ci hanno salvato, tutti… io non dimenticherò mai questo! Così sono arrivato in Italia a Lampedusa: era venerdì 29 aprile 2011.
Ci sono venuti in soccorso: nove persone morirono nella barca. Ci hanno portati nel campo profughi, ci hanno dato latte e cibo. I nostri corpi erano distrutti, l’acqua salata ci faceva cambiare la pelle, ci hanno portati all’ospedale, si sono presi cura di noi.
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