Dopo il bomba-day di Vicenza

bomba-day

L’immagine si riferisce alla bomba trovata (e disinnescata) a Vicenza nella base statunitense Dal Din (ex Dal Molin) il 25.04.2014. La bomba è uno dei tanti piccoli ricordi della seconda guerra mondiale (69 anni fa, vero?) e non è l’unica. Interessante è sapere che una delle tre spolette era a meno di un millimetro di distanza dal detonatore.

Qualcuno potrà pensare che la Madonna di Monte Berico, che già aveva miracolato la città nel 1945, abbia continuato a proteggerla, qualcun altro penserà a un gran colpo di fortuna. Resta il fatto che di queste vecchie bombe siamo l’Italia è ancora piena (i fondali del Garda, per esempio, sono cosparsi di residuati bellici). Alcuni anni fa, sempre a Vicenza, un’altra bomba di 1800 kg. è stata disinnescata e gli esperti riferiscono che ce ne sono sicuramente altre, probabilmente altre due.

Bomba-day, cessato l’allarme gli sfollati possono rientrare.  La ‘Old lady’ svuotata a metà

Ora a beneficio di chi si stia chiedendo il senso di questo post, volevo sommessamente far presente che gli F 35 (ricordiamo che l’Italia ne sta comprando 90) sono dei cacciabombardieri e sono studiati per contenere anche bombe atomiche; non solo, anche i Tornado stanno per essere modificati in tal senso. La domanda è: Perché? A che ci serve continuare ad armarci in previsione di guerre che non intendiamo fare?

Io avrei una proposta molto semplice e, mi sembra, anche intelligente: riconvertiamo le fabbriche di armi, trasformiamole in fabbriche dove si costruiscono arti artificiali che possano essere utilizzati in favore di tutti coloro che finora e in futuro perderanno mani, braccia, piedi, gambe e altro saltando su mine, bombe e altre porcherie. Diamoci da fare per costruire un mondo di pace, pensiamo davvero alle future generazioni lasciando loro un mondo migliore. Basta armi, basta guerre, basta vittime.

Per finire vi invito ad ascoltare questa canzone della grandissima poetessa sudafricana Natalia Molebatsi che parla proprio delle armi e di cosa farne dopo la guerra. Buon ascolto e buona riflessione.

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