Doppietta dell’Italia
L’immigrazione è un tema caldissimo in questi giorni, ma questa duplice notizia non mi pare molto popolare sui media. D’altro canto è comprensibile: due condanne dall’Unione Europea in due giorni non è proprio un risultato da esibire con orgoglio.
Di cosa si tratta? Semplice: due diverse Corti (la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo – CEDU e la Corte di Giustizia Europea), hanno condannato l’Italia la prima, accogliendo il ricorso presentato da tre tunisini che sono stati rimpatriati nel 2011, la seconda perché il contributo richiesto per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno e della carta per lungosoggiornanti è troppo elevato e “non in linea con le normative europee”.
Cos’ha stabilito la CEDU:
La sentenza della CEDU ha stabilito che la detenzione e successiva espulsione dei tre tunisini che hanno presentato ricorso, è stata illegittima e viola parecchi articoli della Convenzione Europea per i diritti dell’Uomo e precisamente:
- Il diritto alla libertà;
- il divieto di trattamenti inumani e degradanti;
- il divieto di effettuare espulsioni collettive (vietate in quanto si deve considerare la posizione personale del singolo nel valutare la situazione);
- il diritto di opporsi legalmente al rimpatrio (cosa che avrebbe sospeso il rimpatrio stesso in attesa del pronunciamento del giudice)
I tre, intercettati a bordo di un barcone mentre tentavano di arrivare in Italia, furono chiusi nel Centro di primo soccorso e Accoglienza (CPSA); in seguito, dato che il centro fu bruciato a causa di una rivolta, furono trasferiti in una nave che si trovava nel porto di Palermo e, dopo pochi giorni, espulsi.
La Corte ha stabilito l’illegittimità della loro detenzione in quanto la nostra legge stabilisce che, chi si trovi in un CPSA, può uscire e non deve essere controllato dalla polizia. Nessuno ha detto loro perché erano detenuti, né se e come avrebbero potuto fare ricorso. Infine, a causa delle gravissime condizioni in cui versava il centro, la Corte ha stabilito che è stata menomata la dignità umana dei tre tunisini.
Cos’ha detto la Corte di Giustizia Europea:
Sproporzionata e contraria ai principi dell’Unione Europea: così ha sentenziato la Corte di Giustizia in riferimento ai costi che gli immigrati devono sostenere per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno e per la carta CE per lungosoggiornanti. La nuova tassa è entrata in vigore nel 2012, eredità del cosiddetto pacchetto sicurezza voluto da Maroni.
La sentenza è stata emessa a seguito di denunce fatte da CGIL e Inca al Tar del Lazio che si è rivolto alla Corte per un pronunciamento. Questo costringerà il governo a modificare, abbassandole, le tasse sui rinnovi dei permessi.
La Corte sostiene che gli Stati: “Sono legittimati a subordinare il rilascio dei permessi di soggiorno alla riscossione di contributi” senza però che questi debbano avere “né per scopo né per effetto di creare un ostacolo al conseguimento dello status di soggiornante di lungo periodo”. Cosa che invece è possibilissima visto il contributo richiesto dall’Italia. I 200 € richiesti per la carta di soggiorno si devono, ovviamente, aggiungere ai 27,50 del permesso di soggiorno elettronico, ai 16 della marca da bollo e, infine, ai 30 della spedizione in posta.
Finalmente!
Davvero una sgradevole doppietta, questa dell’Italia, altro che i goals della nazionale!
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