Earth Overshoot Day 2 agosto 2017
Il 2 agosto 2017 è la data che gli studiosi hanno previsto per l’Overshoot Day di quest’anno. Lo scorso anno è stato il giorno 8 di agosto, nel 2015 il 13 agosto e nel 2014 il 19. È chiaro che ogni anno la data è in anticipo di una settimana. Proviamo allora ad analizzare quali saranno le conseguenze per noi e per il futuro del pianeta.
2 agosto 2017: Earth Overshoot Day, cioè da oggi siamo in debito con i nostri figli e nipoti, perché stiamo consumando più risorse di quelle che il pianeta ci mette a disposizione. Stiamo cioè usando la natura e quello che ci offre ad un ritmo superiore alla sua capacità di rigenerarsi: il ritmo è di 1,7 volte più di quanto potremmo prelevare. La natura ha bisogno di tempo per rigenerarsi, tempo perché le piante malate che muoiono siano sostituite da alberi giovani e sani, tempo per assorbire la CO2 che noi immettiamo nell’atmosfera, tempo per ripulirsi. Ovviamente se preleviamo continuamente più risorse di quelle che la Terra ci può fornire, andiamo in rosso e, nella cartina qui a fianco, possiamo vedere quali sono i Paesi più voraci. Noi siamo al quarto posto, e avremmo bisogno non di una Italia, ma di 4,3 per consumare come stiamo facendo. In copertina potete invece vedere di quante Terre avremmo bisogno in base al consumo di ogni singola nazione e… sorpresa! Le nazioni più divoratrici di risorse non sono quelle più popolose.
I responsabili del Global Footprint Network, che si occupano di seguire l’andamento dei consumi e di aggiornare i dati sullo sfruttamento del Pianeta, hanno lanciato l’iniziativa #movethedate: sposta la data verso la sostenibilità. Di cosa si tratta? Semplice, propongono di invertire la tendenza attraverso comportamenti più attenti e responsabili. Secondo i loro calcoli, posticipando l’Overshoot Day di 4,5 giorno l’anno, potremmo tornare “in pari” entro il 2050. Qui sotto, potete vedere come l’Overshoot Day sia arrivato con sempre maggior anticipo a partire dagli anni ’70.
Per parte mia faccio una proposta piccola e semplice, che non richiede modifiche normative o altro, ma solo un po’ di sano buonsenso.
Perché non cominciamo a regolare l’aria condizionata in modo normale, anziché mettere il termostato a temperature polari? Se c’è qualcosa che non riuscirò mai a capire è la contraddizione fra il mettere il riscaldamento a 28-30° d’inverno (succede negli uffici e nei mezzi pubblici) e a 15° d’estate. Poi però tutti in fila a stendersi sotto l’ombrellone a rosolare al sole. Ma la logica di tutto questo, dov’è? Qualcuno me lo sa spiegare?
Buona riflessione a tutti, nella consapevolezza che la Terra è una e “finita”, cioè non la si può ampliare o aumentare. Spetta a noi averne cura come merita – se non altro per poter continuare a vivere e non estinguerci in anticipo.
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