Il ministro Maroni intende chiedere che l’Unione Europea preveda espulsioni certe anche per i cittadini comunitari. La direttiva UE del 2004 prevede la libera circolazione in tutto il territorio dell’Unione senza formalità tranne il possesso di un documento d’identità. Dopo i primi tre mesi, per poter restare nello stato,
1. I cittadini dell’Unione ed i loro familiari beneficiano del diritto di soggiorno di cui all’articolo 6, finché hanno le risorse economiche di cui all’articolo 9, comma 3, che gli impediscono di diventare un onere eccessivo per il sistema di assistenza sociale dello Stato membro ospitante e finché non costituiscano un pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica (art. 13 L. 30/07).
Alcune sentenze hanno inoltre stabilito che non si può quantificare in astratto a quanto ammonti la somma di cui si deve dimostrare la disponibilità, ma che la valutazione dev’essere fatta caso per caso. Il cittadino comunitario sarà iscritto in anagrafe solo se dimostrerà di possedere i suddetti requisiti. Potrà essere allontanato – non espulso – solo in questi casi:
2. I provvedimenti di cui al comma 1 sono adottati nel rispetto del principio di proporzionalità ed in relazione a comportamenti della persona, che rappresentino una minaccia concreta e attuale tale da pregiudicare l’ordine pubblico e la sicurezza pubblica. La esistenza di condanne penali non giustifica automaticamente l’adozione di tali provvedimenti (art. 20).
Il ministro dimentica inoltre che anche gli italiani sono cittadini comunitari e devono rispettare la direttiva. E’ stato proprio l’attuale presidente del consiglio a volere a tutti i costi l’ingresso della Romania in UE perchè le nostre aziende avrebbero potuto delocalizzare meglio. In quel caso le frontiere dovevano essere ben spalancate. E poco importa se, andandosene all’estero, i nostri imprenditori hanno licenziato un po’ di italiani. Come si dice: “E’ l’impresa, bellezza!”.
Per l’UE è di fondamentale importanza garantire a tutti i cittadini comunitari la libertà di circolazione. Quanto si parla di “tutti” si intendono anche, ovviamente, i cittadini comunitari Rom che, non avendo molti soldi, si trovano in grosse difficoltà. Il ministro dimentica troppo spesso le direttive comunitarie che vietano la discriminazione di qualsiasi tipo (recepite dalla legislazione italiana), limitandosi a parlare solo di espulsioni e di «creare un sistema legislativo uniforme a livello europeo in modo che tutti i Paesi abbiano stesse regole e stesse norme»; ma il sistema legislativo uniforme c’è già, signor ministro, non se n’è ancora accorto?
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