Fallimento Cromador: come previsto, sarà il comune a pagare la bonifica

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Fallimento Cromador, pagherà il comune

Come si vede dalla copertina, anche il Giornale di Vicenza si è interessato al fallimento Cromador.

Dall’articolo scopriamo che, in seguito all’inquinamento del 2012, due dei valori di cromo esavalente nella falda erano, uno di ben  3 volte e mezza e l’altro addirittura di 7 volte superiori al massimo consentito! Secondo quanto scrive il Giornale di Vicenza infatti,

erano rispettivamente di 18 e di 35 microgrammi per litro, e superavano il parametro massimo di 5 microgrammi per litro.

 

Sabato, lo stesso giornale ha pubblicato un nuovo articolo spiegando che le spese per il riallaccio della corrente elettrica, richieste nell’ordinanza dal sindaco, dovranno essere pagate dal comune (l’articolo dice che l’amministrazione intende farsi rimborsare le spese dal curatore fallimentare, personalmente dubito che ci riuscirà), perché il curatore non dispone di denaro per effettuare il riallaccio. Ciò significa che, da quando è stata staccata la corrente, c’è il concreto rischio di avere le acque inquinate da cromo esavalente.

Fallimento Cromador

È il caso di ricordare che, dal novembre 2012, sono passati sette anni durante i quali né l’azienda, né l’amministrazione comunale hanno fatto qualcosa di serio per tutelare la salute pubblica e l’ambiente sandricense. E, se si può capire che l’azienda operi solo per i suoi interessi senza preoccuparsi della salute pubblica, quello che davvero risulta inspiegabile è la totale inazione dell’amministrazione che, pur essendo a conoscenza del pericolo, non ha adottato adeguati provvedimenti a tempo debito. La precedente conferenza dei servizi risale al 2014, mentre l’Arpav aveva già diffidato nel 2013 e nel 2015 la ditta per “superamento qualitativo e quantitativo degli scarichi in fognatura”. La conferenza dei servizi del 2014 aveva dato alla Cromador 3 mesi di tempo per regolarizzare la propria posizione, ma la ditta non l’ha fatto e l’amministrazione non ha agito di conseguenza: nessuna ordinanza, nessun’altra azione a disposizione del sindaco è stata avviata per tutelare la nostra salute di cittadini.

Ricordiamo che Sandrigo è un paese ricchissimo di falde e risorgive e per questo anche molto delicato ed ha un ambiente che necessita di attenzione e cura. Purtroppo le eredità dei decenni scorsi di centraline Enel, discariche, cave di ghiaia, vanno a sommarsi a continue cementificazioni e urbanizzazioni. Non sembra affatto che l’amministrazione abbia a cuore l’ambiente, nonostante il sindaco, nella letterina di Natale, ne abbia parlato come della nostra “culla” sottolineando l’importanza di “fare pace con la Terra”. Peccato che si tratti solo di parole vuote, a cui non seguono azioni coerenti.

Dal canto loro le opposizioni sono totalmente assenti e pare che anche la cittadinanza non si preoccupi troppo della vicenda. D’altra parte, Sandrigo è famoso per essere un paese che accetta tutto senza battere ciglio; c’è un proverbio che dice: “Sandrigo, non me ne intrigo“, cioè non me ne interesso, non me ne preoccupo. Personalmente spero che i cittadini che si preoccupano del luogo in cui vivono, si facciano avanti e chiedano conto delle responsabilità sul fallimento Cromador a tutti coloro che avrebbero potuto fare qualcosa e non l’hanno fatto.

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