Forum per cambiare l’ordine delle cose
Il forum “Per cambiare l’ordine delle cose” nasce da un’idea del regista Andrea Segre.
Il forum, attivo da qualche tempo, sta lavorando per proporre modalità innovative di gestione del fenomeno migratorio. Propongo qui il trailer del film da cui ha preso spunto l’iniziativa. Più sotto una serie di eventi organizzati dal forum stesso.
In Italia come in tutta Europa le forze politiche si rincorrono per dimostrare chi è più duro contro l’immigrazione irregolare. In questi giorni l’Italia si appresta ad avere un governo guidato da forze politiche che hanno fatto del contrasto all’immigrazione un perno del proprio consenso.
Noi invece crediamo che sia necessario ridiscutere le basi delle politiche migratorie fin qui sviluppate in Europa, per evitare una deriva pericolosa di ingiustizia e discriminazione sociale. Per fare questo siamo pronti a fare richieste e proposte concrete, e lo faremo in coordinamento con altri movimenti europei.
16 Maggio 2018 – ore 11.30 Sala stampa della Camera dei Deputati – Forum Per cambiare l’ordine delle cose presenta
Equal rights to MOVE for equal rights
Il Forum Per cambiare l’ordine delle cose è nato il 3 Dicembre 2017 con un’assemblea nazionale di oltre 500 persone a Roma e in questi 5 mesi si è allargato coinvolgendo oltre venti associazioni e movimenti di 10 regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Lazio, Campania e Basilicata)
Il Forum non è un movimento per i diritti dei migranti, ma un movimento per cambiare le politiche migratorie nazionali ed europee, che oggi come oggi producono danni e violazioni allo stato di diritto e al tessuto democratico delle nostre società. Cambiare le politiche migratorie significa migliorare le politiche sociali e culturali per tutti noi. Cambiare le politiche migratorie significa migliorare la politica estera e le strategie di cooperazione dell’Italia e dei Paesi europei.
La direzione securitaria di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere viola i principi base della civiltà democratica, costruisce alleanze militari con partner quanto meno pericolosi e produce punti di crisi della pressione migratoria.Impedendo alle persone di muoversi in modo sicuro e regolare, non solo si obbligano i migranti a viaggiare spesso in condizioni disumane inaccettabili, ma si alimenta anche la sensazione di panico sociale che sta soffocando le democrazie europee.
La gestione emergenziale straordinaria delle politiche di accoglienza isola e ghettizza i richiedenti e crea distanza e paura nelle nostre città, dove prende sempre più piede l’etnicizzazione dei diritti, che sembrano poter appartenere solo ad alcuni esseri umani in base alle loro provenienze.
L’anacronismo del sistema Dublino non solo blocca i migranti in bolle esistenziali e in luoghi di profondo disagio sociale, ma sgretola anche la solidarietà europea, riaprendo tensioni ai confini interni.
Reagire a tutto non significa difendere i migranti, ma avere il coraggio di proporre e immaginare una nuova direzione di giustizia sociale che può rendere migliore la vita di tutti noi.
Ogni giorno le nostre associazioni e movimenti lavorano nei propri territori per costruire una società più giusta, libera e aperta, costruendo progetti di intercultura, di educazione, di integrazione, di inclusione bilaterale. Ma siamo ben consapevoli che alle pratiche vanno affiancate le scelte politiche, che se lasciate in mano a pulsioni di chiusura e paura schiacciano e impediscono le pratiche stesse.
Per questo ci siamo uniti, per rilanciare nella società proposte di cambiamento chiare, concrete, ma anche coraggiose.
La campagna Equal Rights to MOVE for Equal Rights attraverserà tutto il paese da Caserta a Bardonecchia, passando per Parigi, dove incontreremo un grande movimento francese che si muove nella nostra stessa direzione, les Etats Generaux des Migrations.
Chiediamo a tutti coloro che credono nella necessità di immaginare questo cambiamento di unirsi a noi.
Saranno presenti alla conferenza stampa:
Gianpaolo Mosca, Mimma D’Amico e Mamadou Kwasi del Movimento Migranti e Rifugiati di Caserta; Nicoletta Dentico – Banca Etica, Andrea Segre – ZaLab, Giulio Marcon – ed. Gli Asini; Silvja Manzi, tesoriere di Radicali italiani, che presenterà l’Ice “Welcoming Europe. Per un’Europa che accoglie”; Rappresentanti di Baobab Experience, Asinitas, MSF, Amnesty, Coordinamento Sans Papiers, Centro Astalli; Forum territoriale “Per cambiare l’ordine delle cose” di Como, Bolzano, Bologna, Brescia; in collegamento via Skype da Parigi un rappresentante de Les Etats Generaux des Migrations.
Di seguito in dettaglio gli appuntamenti che stiamo organizzando
19 Maggio – Manifestazione a Caserta – Nessuno Escluso
La rete di Associazioni laiche e religiose, gruppi, movimenti, singoli, sindacati di base, intende lavorare per costruire un Patto Sociale nel quale la società, i partiti e le Istituzioni possano ricostruire legami, fiducia reciproca e risposte concrete con coraggio e dialettica.
I protagonisti di questo percorso sono variegati ma portatori di esigenze specifiche: le famiglie di disoccupati e inoccupati, i migranti e rifugiati della “Castel Volturno Area”, le famiglie dei rioni popolari di Caserta, destinati all’emarginazione e alla disattenzione istituzionale, così come le famiglie che coraggiosamente sperimentano percorsi di solidarietà e cittadinanza attiva. Consapevoli che alcune questioni riguardano anche il livello europeo, vogliamo costruire una rete europea capace di creare pressione affinché vi sia la revisione della Riforma Dublino in base ad una politica dell’accoglienza condivisa. È necessario che vi siano canali d’ingresso regolari e si favorisca la stabilità del permesso di soggiorno e dei percorsi di inclusione sociale, invece di respingimenti, fortezze ed esclusione. Per tale motivo abbiamo aderito alla campagna europea di raccolta firme “We Are a Welcoming Europe”, la prima iniziativa dei cittadini europei “ICE”, che si prefigge di raccogliere 1 milione di firme per un’Europa che accoglie. Parteciperanno a tal proposito alle manifestazioni di maggio, associazioni e movimenti provenienti dalla Francia, Belgio, Grecia, Spagna.
Siamo eterogenei e saremo in tanti ai due appuntamenti di mobilitazione il18 maggio a Napoli e il 19 maggio a Caserta. Vogliamo creare una discussione per sciogliere alcuni nodi da cui dipendono i nostri destini immediati e non.
26/27 maggio – Partecipazione ad assemblea nazionale EGM a Parigi
Il Forum nazionale Per Cambiare l’Ordine delle Cose parteciperà, Sabato 26 e Domenica 27 Maggio a Montreuil (Seine Saint-Denis) alla prima sessione nazionale degli États Généraux des Migrations, in cui si ritroveranno e si confronteranno le 470 associazioni e le 101 assemblee territoriali francesi che li hanno fondati.
Gli EGM nascono con l’intento della società civile di costituirsi come soggetto di mobilitazione, creando vertenzialità con le istituzioni francesi ed europee, sia per quanto riguarda le proposte di un cambiamento radicale delle politiche migratorie, sia per la rivendicazione di pratiche e istanze che strutturino una società più inclusiva, rispettosa dei diritti di tutti ed orientata alla giustizia sociale. È in questa dimensione di creazione di politiche inclusive dal basso che il Forum Nazionale trova negli EGM un interlocutore diretto e naturale con cui portare avanti le proprie istanze anche fuori dai confini nazionali.
Da una parte e dall’altra della frontiera, cittadini francesi e italiani, si mobilitano per proporre un approccio inclusivo al fenomeno migratorio che si muove attraverso l’Europa. Assistendo ad un’attuazione delle politiche italiane, francesi ed europee, volte al contenimento, al respingimento e al blocco di chi si sposta sul nostro territorio, i cittadini sono spesso colpiti direttamente dalla criminalizzazione della solidarietà. Pensando a Beauty, che cercava un posto sicuro, in Francia, per lei e il suo bambino in arrivo ed è stata respinta dalla polizia francese a Bardonecchia, morendo poco dopo, a Martine Landry, tra i tanti altri, che ha subito un processo per aver soccorso alcuni migranti in transito dall’Italia alla Francia, ai giovani africani morti tra Bardonecchia e Briançon, ai 3 di Briançon: italiani e francesi sono protagonisti di uno stesso scenario. Il diritto di uno è diritto di tutti, non per bontà ma per un senso profondo di Giustizia che in queste terre di confine viene troppo spesso a mancare. Per Cambiare l’Ordine delle Cose e gli EGM si impegnano a dialogare alla ricerca di una proposta comune, inclusiva e giusta per noi tutti, italiani, francesi, europei e di qualsiasi altra provenienza, convinti che i diritti fondamentali degli uomini, come il diritto a spostarsi e a cercare una condizione di vita dignitosa, siano diritti inviolabili e non possano essere messi in discussione.
Questo è il senso profondo della collaborazione tra Forum e EGM e dell’adesione reciproca alle proposte ed alle prassi, per la costruzione di una mobilitazione internazionale che vada oltre alla condivisione meramente ideale. In questo momento storico, la dignità umana sembra sacrificabile di fronte alla spinta repressiva delle politiche sociali e migratorie europee. La campagna Equal rights to MOVE for Equal rights racconta e rappresenta il progetto di mobilitazione civile che, dalla manifestazione vertenziale di Caserta alla passeggiata sul confine di Bardonecchia, passando per gli EGM di Parigi, lotta per costruire un nuovo modello di società con proposte omogenee, concrete e coraggiose. Questi due livelli, nazionale ed europeo, si incontrano sostenendosi a vicenda nelle rivendicazioni e nelle pratiche, con la volontà di varcare frontiere fisiche e sociali. Un progetto di analisi, confronto e prassi, per reclamare una società più giusta e ribadire con forza l’opposizione unitaria alle politiche europee, sempre più spesso repressive, discriminatorie e lesive dei diritti e delle vite delle persone.
16/17 giugno – Bardonecchia/Birancon
Iniziativa congiunta Italia/Francia sul diritto alla mobilità, la riforma di Dublino e il sostegno alle azioni di solidarietà.
Il Forum in collaborazione con ASGI e les Etas Generaux des Migrations promuove iniziative che si svolgeranno nel week end 16 e 17 giugno sui due lati della frontiera italo/francese. Le associazioni e le amministrazioni locali si stanno confrontando per stabilire un programma congiunto.
Ad oggi è certo che domenica 17 giugno mattina si terrà una conferenza a Bardonecchia alla quale hanno già aderito alcuni parlamentari europei, che servirà a promuovere una direzione più giusta e sostenibile di riforme del Regolamento di Dublino.
La riforma (o meglio la mancata riforma) del sistema europeo di asilo e in particolare la mancata riforma del Regolamento Dublino, norma anacronistica che blocca i rifugiati nel paese in cui sono entrati per primi non per scelta ma per condizionamenti geografici indipendenti dalla volontà delle persone, non considera i loro progetti migratori nè i legami significativi che spingono un richiedente asilo a tentare di tutto, una volta arrivato in Europa, per spostarsi da dove sono arrivati verso il Paese dell’Unione dove hanno legami famigliari, parentali, amicali o nel quale hanno in precedenza vissuto, lavorato, studiato. Il Regolamento Dublino è la forma più evidente della rottura del principio della solidarietà e della condivisione delle responsabilità tra gli stati ed alimenta anzi tra gli stessi stati una sorta di guerra permanente, le cui vittime sono i soggetti più deboli.
L’Unione Europea vive oggi problemi profondi ed è a rischio di sfaldamento. Il Regolamento di Dublino e l’apparente impossibilità politica attuale di trovare una via di riforma dalla situazione nella quale siamo può diventare il punto su cui si rompe l’Unione con conseguenza drammatiche sulla vita di tutti, non solo dei migranti.
C’è in atto un processo di riforma del Regolamento di Dublino coraggioso che è stato realizzato dal Parlamento Europeo che nel novembre 2017 ha votato un testo di riforma che rompe con i passato e adotta nuovi paradigmi innovativi che cambierebbero enormemente la situazione attuale di milioni di persone. Il testo non è perfetto ma può e deve essere migliorato ma è uno straordinario punto di svolta. Per questa ragione è rifiutato in toto, con una durezza che non ha paragoni con altri settori, da gran parte degli stati dell’Unione che non vogliono cambiare la loro politica di chiusura. Si annuncia, dopo la riunione del consiglio della UE, il 28 giugno, un muro contro muro tra Parlamento e Consiglio, con in mezzo una commissione sempre più fragile e schiacciata sull’interesse degli stati più influenti.
Interessante!