Funerale, una poesia di Wislawa Szymborska
I commenti durante un funerale trasformati in poesia dalla grandissima Wislawa Szymborska, premio Nobel per la letteratura
“Così all’improvviso chi poteva pensarlo”
“lo stress e le sigarette, chi poteva pensarlo”
“così, così, grazie”
“scarta quei fiori”
“anche per il fratello fu il cuore, deve essere di famiglia”
“con questa barba non l’avrei mai riconosciuta”
“se l’è voluto, era un impiccione”
“doveva parlare quello nuovo, ma non lo vedo”
“Kazek a Varsavia, Tadek all’estero”
“tu sola hai avuto la buona idea di prendere l’ombrello”
“era il più in gamba di tutti, e a che gli è servito?”
“una stanza di passaggio, Baska non vorrà”
“certo, aveva ragione, ma non è un buon motivo”
“con la verniciatura delle portiere indovina quanto”
“due tuorli, un cucchiaio di zucchero”
“non erano affari suoi che bisogno aveva”
“soltanto azzurre e solo numeri piccoli”
“cinque volte, mai una risposta”
“d’accordo, avrei potuto, ma anche tu avresti potuto”
“meno male che almeno lei aveva quel piccolo impiego”
“be’, non so, probabilmente parenti”
“il prete è un vero Belmondo”
“non ero mai stata in questa parte del cimitero”
“l’ho sognato la settimana scorsa, un presentimento”
“niente male la figliola”
“ci aspetta tutti la stessa fine”
“le mie condoglianze alla vedova, devo fare in tempo a”
“però in latino era più solenne”
“è la vita”
“arrivederla, signora”
“e se ci bevessimo una birra da qualche parte”
“telefonami, ne parleremo”
“il quattro o il dodici”
“io vado per di la’”
“noi per di qua”
Wislawa Szymborska, Funerale “Gente sul ponte”, 1986