Giolli e Teatro dell’Oppresso

Cooperativa Giolli, TdO

Questo breve articolo intende presentare la Cooperativa Giolli e le sue attività realizzate attraverso la modalità del Teatro dell’Oppresso (TdO).

La Cooperativa Giolli (Giollicoop.it):

La cooperativa è nata nel novembre 2008 dalla precedente associazione Giolli, grazie al lavoro del presidente Roberto Mazzini. Egli si è avvicinato al TdO dopo aver conosciuto Augusto Boal e la sua metodologia teatrale iniziando a proporre percorsi di formazione sul TdO. Giolli opera in tutto il territorio nazionale attraverso:

  • attività di formazione e tirocinio sul TdO;
  • lavoro presso scuole, carceri, istituti psichiatrici;
  • attività su: intercultura, immigrazione, tossicodipendenza, dipendenze, bullismo;
  • progetti europei sulla discriminazione.

Il Teatro dell’Oppresso (TdO)

Il TdO è una modalità di fare teatro che coinvolge anche lo spettatore – anzi, lo spett-attore. Ideato dal regista brasiliano Augusto Boal, ha come riferimento principe la pedagogia degli oppressi di Paulo Freire.

Boal lavorava per creare consapevolezza nei brasiliani oppressi, rivolgendosi soprattutto ai contadini, sfruttati dai latifondisti. Il regista si rese conto molto presto che le normali modalità teatrali non gli avrebbero permesso di ottenere risultati concreti. Così, piano piano, ideò un nuovo modo di fare teatro dove lo spett-attore diventa parte attiva nello

spettacolo. Una delle frasi che Boal amava ripetere era: “Tutti possono fare teatro, anche gli attori”. Egli sosteneva che ogni persona ha un “poliziotto nella testa” (le flick dans la tête).

Il flick è quello che fa indossare la maschera sociale necessaria a farsi accettare, ma che toglie autenticità. Tramite una i “giochi-esercizi” di de-meccanizzazione, si può destrutturare la propria maschera, recuperando così l’autenticità profonda.

Il TdO in pratica:Giorrli, TdO

  • Teatro-forum. Gli attori lavorano attorno a una situazione di oppressione costruendo una scena e rappresentandola. Al termine, il facilitatore chiede il parere del pubblico sulla rappresentazione (è realistica e credibile?). Chiede poi se qualcuno avrebbe agito in modo diverso rispetto agli attori e se ci sono idee per risolvere il conflitto. A questo punto lo spettatore è invitato a salire sul palco e a recitare al posto dell’attore. Il copione cambia e gli altri attori vi si devono adeguare.
  • Teatro invisibile. Si tratta di scene conflittuali (il pubblico non sa che sta assistendo a una rappresentazione teatrale) rappresentate in luoghi pubblici per creare dibattito su temi particolarmente “caldi” (violenza, razzismo…).
  • Teatro legislativo. Scrivere le leggi grazie al teatro.
  • Teatro immagine. Usare il corpo per mostrare la realtà.
  • Teatro giornale. Leggere il giornale in modo diverso.
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