Giornale di Vicenza e fake news sui richiedenti asilo
Ho già avuto modo di esprimere il mio dissenso nei confronti del Giornale di Vicenza, per la nulla professionalità con cui tratta molte problematiche ma, in particolare, quella che riguarda i richiedenti asilo. Ed eccone una riprova ancora più grave, se possibile, delle precedenti.
L’articolo in questione, che sta avendo una vasta eco anche nella stampa nazionale (oltre che nei social), racconta di un episodio avvenuto lunedì scorso, ma di cui si è avuta conoscenza solo mercoledì pomeriggio. Un gruppo di richiedenti asilo si sarebbe recato prima in questura e poi in prefettura per chiedere l’abbonamento Sky per vedere le partite di calcio oltre ad una migliore qualità del cibo, residenza ed aria condizionata. Tutto mescolato (con solo Sky nel titolo), come se si trattasse di argomenti simili. Era chiarissimo da subito che il reale problema sollevato dai migranti non potesse essere altro che la richiesta dell’iscrizione anagrafica e della residenza. Questo è un problema reale per molti di loro in quanto, senza residenza, non possono neppure fare i tirocini, accedere a prestazioni sanitarie e molto altro. Un giornalista freelance che lavora per Repubblica e la trasmissione Le Jene, ha approfondito la questione scoprendo che la notizia è destituita di ogni fondamento:
Pha Bioh
Siccome non ho un cazzo da fare, dopo aver letto questa notizia ho chiamato la Questura di Vicenza per avere informazioni sulla vicenda presentandomi come giornalista. Il responsabile comunicazione della Questura mi ha fatto sapere che il Questore non è a conoscenza delle istanze dei richiedenti asilo durante la manifestazione dell’altro giorno consigliando di rivolgermi alla Prefettura.
E così ho fatto. La Prefettura di Vicenza mi ha detto che le richieste rappresentate dai richiedenti asilo tramite la Cooperativa sono relative alle iscrizioni anagrafiche, ovvero ai certificati di residenza. E che a loro non risulta nessuna richiesta in merito ad abbonamento Sky: ‘Lo abbiamo letto sul giornale anche noi’ dice il vicecapogabinetto che si è occupato della questione.
Allora ho pensato di sentire il collega del Giornale di Vicenza che ha scritto l’articolo, il quale mi ha detto di avere una sua fonte che non può rivelare. Alla domanda se si fosse premurato di sentire anche i protagonisti della vicenda (I richiedenti asilo) mi ha detto che non c’è stato tempo.
Nel frattempo si sono interessati della questione:
David Puente, il noto cacciatore di bufale
Repubblica e Corriere (che ha anche cambiato la prima versione).
Non contento, però, il Giornale di Vicenza, che nel frattempo è stato segnalato all’ordine dei giornalisti e all’associazione Carta di Roma, rilancia, parlando di un dossier in mano alla questura (il giornalista avrebbe avuto la notizia su Sky da fonte anonima, ma la questura sa tutto…).
Tanto per dare un’idea della tipologia di articoli che il quotidiano confindustriale sforna quasi ogni giorno, abbiamo il neologismo islamico-vicentino, utilizzato in maggio per definire il nuovo segretario leghista di Malo. Un assurdo accostamento fra religione e paese di residenza sbagliato da tutti i punti di vista. A Milano, un ateo dei 5 stelle diventerebbe, con la stessa logica, un ateo-milanese, mentre un buddista fiorentino del PD sarebbe un buddista-fiorentino. E così via, lascio a voi lettori continuare, se vi va. Credo sia sufficiente, comunque, per capire il tenore del giornalismo vicentino e non solo e per riflettere sul perché siamo a questi livelli di disinformazione e falsità.
Aggiornamento fake news di sabato 11 agosto 2018:
Dopo aver insistito ieri con un ulteriore articolo, oggi l’ineffabile Giornale di Vicenza ri-pubblica la notizia dandole ancor maggior visibilità come si può vedere dalla foto. E se ieri il dossier era in questura, oggi è in procura. A quanto si legge, però, il procuratore Antonio Cappelleri ha dichiarato di non aver “ravvisato, al momento, reati specifici. Si tratta di comportamenti inurbani e maleducati, che non rappresentano violazione di legge”. Intanto la vicenda è stata ricostruita anche dal sito Valigia Blu, dopo che anche i politici se ne sono impossessati per cavalcare l’odio verso i richiedenti asilo. L’unica cosa certa, in tutta la vicenda, è la richiesta dei migranti di avere residenza e carta d’identità, cosa prevista anche dal ministero dell’interno, che ha emanato apposite linee guida nel lontano 2014, potrete leggere tutto in questo mio precedente articolo.
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