A Guido, bambino zingaro

Guido bambino zingaro

A Guido, bambino zingaro

Nel tremolio della tua voce
Sento la mia voglia di gridare.
Nei tuoi occhi troppo neri
Prevedo il futuro, tuo e mio.

Conosco la rabbia che ti spezza il cuore.
Disadattato, irriso, temuto, spaventato,
morso, succhiato, sputato, dimenticato.
Forse anche rispettato, ma che importa?

Affamato di pane e di una carezza,
sicuro solo per stringere il pugno,
sei predatore, sei carnefice,
sei immobile, disteso sulla croce.

Ti insegneranno a ridere, a mascherarti,
fare l’’amore con una donna,
a mentire, trovare sempre la parola giusta,
forse anche a sognare, forse anche a sperare.

Ma nel tuo piccolo cuore spezzato
Continuerai a stringere il pugno
Per quell’’ultimo diretto, il KO del tuo passato,
per non dire mai – io accetto.

Dijana Pavlovic

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