Hotel Canova e profughi a Sandrigo
Il problema dei cosiddetti profughi a Sandrigo, continua a tener banco nelle cronache locali. L’hotel Virginia sta ospitando una sessantina di profughi dallo scorso settembre. A questi se ne sono recentemente aggiunti altri trenta in un altro hotel a quattro stelle, Il Canova, che è sotto procedura fallimentare.
Evidentemente chi gestisce l’hotel in questa fase, ha deciso di recuperare un po’ di contante tramite un’entrata sicura come quella che deriva dall’ospitalità ai profughi a Sandrigo. E trovo che non ci sia nulla di male, anzi, vista la situazione dell’hotel, la trovo una mossa saggia. Si tratterà poi di trovare la cooperativa (se non c’è già) che si occupi dell’aspetto sociale, linguistico e di mediazione. Purtroppo, fra i creditori dell’hotel, c’è anche il comune di Sandrigo (e non riesco a capire come sia possibile); questo ha creato grande preoccupazione e ha fatto dire al sindaco Giuliano Stivan che a causa dell’utilizzo “anomalo (sic!) della struttura le possibilità di vendere sarebbero drasticamente calate, con enorme danno per tutti i creditori“. Ovviamente per utilizzo anomalo il sindaco intende l’ospitalità ai profughi.
Come se ciò non bastasse, Sandrigo ospita annualmente la festa del bacalà e le giornate italo-norvegesi e quindi il nostro sindaco, come si può leggere nell’articolo del Giornale di Vicenza, è molto preoccupato perché, a suo dire, i norvegesi sarebbero privi di alloggio proprio a causa dei profughi. Sandrigo non è privo di strutture degne di ospitare i norvegesi portatori di soldi e bacalà, ma se proprio non ci fosse posto, vien voglia di suggerire ai nostri amministratori di ospitarli loro i norvegesi, o farli ospitare in casa di qualche illustre concittadino, cosa che renderebbe sicuramente il soggiorno dei norvegesi più piacevole.
Il sindaco poi, a proposito dell’accordo proposto a suo tempo dalla prefettura e non firmato dall’amministrazione sandricense (ospitare 2 profughi ogni 1000 abitanti), ha dichiarato che l’amministrazione comunale è disposta a firmare l’accordo solo se i profughi che si trovano nei due hotel saranno mandati da qualche altra parte. In questo modo Sandrigo ospiterebbe sedici profughi, al posto dell’attuale centinaio. E questo la dice lunga sulla lungimiranza dei nostri amministratori.
Al netto della pessima gestione ministeriale della situazione, che si continua a definire emergenziale anche se dura da anni, c’è da dire che i comuni veneti, e prima di loro l’amministrazione regionale, non hanno voluto affrontare l’argomento cercando soluzioni condivise e che andassero bene a tutti. Questo ha portato i prefetti a cercare tutte le alternative possibili per sistemare i migranti che arrivano continuamente.
Per finire, come ho già avuto modo di scrivere nell’articolo Sandrigo, profughi e bacalà, se a suo tempo i norvegesi, anziché curare ed ospitare Querini e gli altri naufraghi, avessero fatto quello che vorrebbero i nostri amministratori (girare la testa dall’altra parte) nessuno oggi parlerebbe di bacalà o baccalà alla vicentina qui a Sandrigo.
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