I sassi più grossi

I sassi più grossi

I sassi più grossi è tratto dal libro “Siamo tutti fatti per essere felici” di Christian Boiron

Un giorno, un anziano professore universitario fu ingaggiato per tenere un seminario sulla pianificazione efficace del tempo a un gruppo di dirigenti di alto livello. Era uno dei cinque incontri previsti in quella giornata, pertanto il relatore aveva a disposizione solo un’ora. In piedi dinnanzi a una platea tanto selezionata, che pendeva dalle sue labbra, il professore fissò i presenti uno a uno, lentamente, e poi annunciò: “Facciamo un esperimento”.

Da sotto la cattedra estrasse un ampio vaso di vetro, di quelli che si usano per le conserve, e lo posò sul ripiano. Poi tirò fuori una dozzina di grossi sassi, che depositò delicatamente nel recipiente. Quando fu pieno fino all’orlo, l’anziano docente sollevò lo sguardo verso i suoi alunni e chiese: “È pieno?” E tutti in coro: “Sì”.

L’uomo attese qualche secondo e obiettò: “Sicuri?” Si chinò nuovamente ed estrasse da sotto la cattedra un secondo recipiente, colmo stavolta di ghiaia. Con cura, la versò sui ciottoli, scuotendo leggermente il vaso. I sassolini occuparono lo spazio fra quelli più grossi. Il professore guardò il suo pubblico e domandò: “È pieno, adesso?”

Stavolta i suoi allievi, piuttosto svegli, iniziarono a comprendere dove volesse andare a parare. “Mi sa di no”, azzardò uno di loro. “Molto bene”, rispose il docente. Si chinò per la terza volta per estrarre da sotto la cattedra una pentola piena di sabbia. Con circospezione iniziò a versarla nel vaso di vetro. I granelli di sabbia andarono a riempire gli interstizi fra i ciottoli e i sassolini.

“Ora è pieno?” li interpellò. Ma questa volta, senza esitazioni quei brillanti allievi dissero in coro: “No!” “Bene!” E, proprio come si attendeva l’illustre platea, prese la brocca posta sulla cattedra e riempì d’acqua il vaso fino all’orlo. A quel punto scrutò gli astanti e chiese: “Qual è la grande verità che questo esperimento ci dimostra?”

Con prontezza, e ripensando al tema del seminario, il più brillante del gruppo rispose: “Ci dimostra che anche quando uno crede di non avere più un momento libero, se vuole davvero riesce sempre a trovare il modo di aggiungere qualche appuntamento in più, o qualcosa da fare”.

“No”, ribatté il relatore. “È questa: se non si mettono nel vasi prima i sassi più grandi, poi non si riuscirà mai a farceli stare tutti.” L’aula piombò nel silenzio, ciascuno si era reso improvvisamente conto di quanto ciò fosse ovvio. “Nelle vostre vite”, proseguì l’uomo, “quali sono i sassi più grandi? La salute? La famiglia? Gli amici? La realizzazione dei vostri sogni? Fare ciò che vi piace? Imparare? Sostenere una causa? Rilassarvi? Avere tempo a disposizione? O… qualcos’altro?

Di qualunque cosa si tratti, ciò che conta è ricordare quanto sia importante pensare prima ai sassi più grandi, altrimenti si rischia di non vivere appieno la vita. Se si dà la priorità alle quisquilie (la ghiaia, la sabbia) si finisce per esserne sommersi e non si ha più il tempo di occuparsi di ciò a cui si tiene davvero. Ecco, non dimenticate mai di chiedervelo: nella mia vita, i sassi grossi quali sono? E a quel punto infilatevi nel vaso, cioè nella vostra vita, per primi.”

L’anziano fece un cenno di saluto al suo uditorio e uscì a passi lenti dall’aula. Avrebbe potuto aggiungere: “Non state neppure a cercarli, i sassi grandi; li troverete lungo la strada. Abbiate fiducia e lasciatevi guidare dai vostri desideri più profondi. Saranno loro a dare un senso alla vita.