Il Fatto, Berlusconi ed i profughi
Oggi ho letto con estremo stupore un articolo del Fatto Quotidiano che elogia l’operato del governo Berlusconi nella gestione dei profughi tunisini nel 2011. Allora, siccome a volte la memoria m’inganna, sono andata a rileggere quello che avevo scritto in questo blog nel 2011. E le cose non stanno esattamente come le racconta il Fatto.
Ricordate la Rivoluzione dei Gelsomini, le primavere arabe, la fuga e la morte di Ben Alì, la Tunisia che accoglieva più di 100.000 libici in fuga e così via? Bene, dopo molte resistenze il governo ha emanato un decreto per fornire protezione temporanea ai profughi in arrivo (solo a chi era arrivato dal primo gennaio al 5 aprile 2011). In questo modo, con un permesso di soggiorno provvisorio e un titolo di viaggio (passaporto o altro documento equipollente), queste persone hanno potuto attraversare le frontiere perché avevano la documentazione che permetteva di farlo (ma avrebbero passato la frontiera anche con un permesso di soggiorno per turismo o altro titolo valido negli stati aderenti al Trattato di Schengen).
Non risponde al vero quindi quanto sostenuto dal Fatto Quotidiano, e cioè che il permesso di soggiorno rilasciato era valido in tutti i Paesi dell’Unione. La differenza è che oggi, non avendo i profughi nessun documento (probabilmente neppure un passaporto o altro titolo di viaggio), i francesi fanno poca fatica a dire all’Italia: “Ve li dovete tenere”.
Ovviamente questo discorso non vuole essere assolutorio nei confronti della Francia e degli altri Paesi UE (tutti, Italia compresa), che stanno dimostrando un egoismo ed una chiusura che definire vergognosi è un puro eufemismo. D’altro canto, finché si continuerà a privilegiare la salvezza delle banche e si guarderà alle borse per capire come comportarsi, sarà ben difficile aspettarsi qualcosa di più da chi ci governa.
Ma quale potrebbe essere la soluzione?
Credo che, prima di tutto l’Italia debba urgentemente predisporre dei Centri di Prima Accoglienza degni di questo nome. Non è vero che siamo in emergenza: le persone fuggono dalle guerre ormai da decenni e questa non è un’emergenza, ma una situazione strutturale alla quale ci dobbiamo abituare e che dev’essere governata.
Poi si deve rilasciare a queste persone un permesso di soggiorno per protezione temporanea, spiegando loro che non è valido in tutta Europa, ma permette di andare in un altro Paese UE.
Infine, ma più importante, si deve fare in modo che l’europa si attivi finalmente per rilasciare i permessi per protezione temporanea, questi sì, validi in tutto il territorio UE in base alla direttiva 2001/55/CE finora mai applicata; contemporaneamente si deve dare attuazione a quella parte del regolamento di Dublino che prevede la possibilità, per uno Stato membro diverso da quello di primo approdo, di accettare la domanda di protezione internazionale.
È davvero così difficile?
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