Il metodo autobiografico parte 3

Il metodo autobiografico, Scrivere a mano, raccontarsi

Il metodo autobiografico, con questo termine si intende il metodo messo a punto dal pedagogista della memoria e filosofo Duccio Demetrio. Questa metodologia è utilizzata dalla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (AR) e dai suoi collaboratori scientifici all’interno dei percorsi formativi proposti.

Trovate gli articoli precedenti ai seguenti indirizzi:

Il metodo autobiografico, Prima parte

Il metodo autobiografico, Seconda parte

Raccontarci ci aiuta a scoprire i legami che la nostra storia ha con la storia degli altri e con la grande Storia collettiva; con il fatto che tutti facciamo determinate esperienze: amore, nascita, morte, gioia, dolore, lavoro, gioco… esperienze comuni di tutti gli uomini.

Scopriremo che le storie di vita sono tutte diverse, che ognuno ha valori diversi, ma anche esperienze comuni.

Grazie a questo lavoro di (auto)formazione, ci ritroviamo a cercare il senso di quello che abbiamo vissuto, attribuiremo dei significati agli eventi costruendo delle teorie che ce li possano spiegare in modo soddisfacente. E, un po’ alla volta, mettendo insieme i vari pezzi di quel mosaico che è la nostra vita, componiamo una struttura che ci permetterà di interconnettere le varie parti in un tutto.

Raccontarci ci permette di lasciare una traccia di noi. Ci permette di prenderci cura di quello che siamo e, trasferendoci sulla pagina, di staccarci da noi stessi, diventando “personaggio”, qualcuno che non è esattamente me, qualcuno che posso guardare dall’esterno. Ancora, ci permette di prendere coscienza dei tanti “me stesso” che ognuno di noi è, è stato, o potrebbe essere.

Nel lavoro autobiografico, quello che è davvero importante non è tanto il risultato finale, quanto il processo che ha portato a questo risultato. Capire cioè, come ha lavorato la mia mente mentre ricomponevo i vari tasselli da cui è composta la mia storia. Attraverso la scrittura, attiviamo meccanismi cognitivi diversi rispetto al racconto orale, e questo ci permette di conoscerci in modi che non avremmo immaginato. Le tappe del lavoro autobiografico sono:

  • la cronologia, ed è importante che si parli di tutte le fasi della vita con particolare attenzione ai momenti apicali;
  • il nostro ritratto, con la descrizione di chi siamo, il nostro nome e l’età, perché noi ci siamo, in questo tempo e in questo luogo;
  • il bilancio della nostra vita, in cui troviamo il coraggio di guardare anche al male che magari ci siamo fatti da soli;
  • Dobbiamo parlare dei nostri personali miti, e delle figure “fatali” che abbiamo incontrato nel corso della vita;
  • Dobbiamo inoltre ricordare i luoghi, i volti, i tempi, le cose, i sensi che ci hanno attraversato.
  • Sono importanti le mosse cognitive, come penso il mio pensare, sento il mio sentire…

Ed ora tocca a voi… Provate e, se lo desiderate, inviatemi i vostri lavori. Saranno pubblicati in un’apposita sezione del blog.

Buona scrittura!

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.