Ho pensato di condividere con voi gli appunti presi durante gli incontri per genitori a cui ho partecipato. Mi sembra ci siano spunti interessanti per tutte le persone che si trovano a vivere l’esaltante e difficile esperienza dell’essere genitore. Relazione di Oreste Benella.
È importante partire dalla constatazione che educare è sempre operare all’interno di una serie di valori. Viviamo una cultura in transizione: da una società agricola stiamo passando ad una società industriale dove la tecnologia e l’informatica stanno cambiando il modo di vivere delle persone.
Le famiglie di una volta capivano gran parte dei bisogni di una persona, ora la nostra società:
- è pluralista (non c’è più solo la religione come valore),
- è mobile (ci si può spostare geograficamente e socialmente – è più facile oggi diventare ricchi o viceversa).
- La famiglia di oggi è stata spogliata di molte delle sue funzioni, per esempio l’istruzione (ora c’è la scuola) e la cura (per gli anziani le case di riposo o le badanti, per i bambini le attività esterne o le baby sitters). La famiglia di una volta produceva cose, mentre ora le consuma.
Da una ricerca effettuata i valori centrali per gli intervistati sono stati: l’onestà, la propria famiglia, i figli ed il lavoro. Non importanti sono risultati i soldi, il prestigio e la vita sociale. Perciò si dovrebbe dedurre che il tessuto sociale è sano e onesto: si tratta però di una onestà che viene vissuta soltanto all’interno della famiglia. Non si ritiene importante viverla fuori. Non è importante partecipare e fare la storia. Manca la spinta ad uscire dalla famiglia e non si riesce perciò ad incidere sull’esterno che non ci piace (solo il 16% ha dichiarato la partecipazione diretta alla vita sociale del paese). Ogni famiglia diventa un’isola sempre più staccata dall’esterno e rinchiusa al proprio interno.
I genitori temono che i figli siano incapaci di assumere impegni, fragili, apatici, e poco sinceri. Dal canto loro i genitori hanno paura di sbagliare, sospettano che i figli frequentino cattive compagnie; per questo c’è una corsa a proteggerli dall’esterno che è visto come ostile e pericoloso.
Tutto questo porta all’incomunicabilità mentre c’è un grande bisogno di fare scelte congiunte fra famiglie che abbiano obiettivi simili. Manca la capacità dei genitori di pensare in gruppo per il bene dei figli. Il ruolo dei genitori oggi è esprimere una serie di valori che aiuti i ragazzi in modo critico e creativo nei confronti della società esterna. Ci vuole una riorganizzazione dei ruoli da parte dei genitori; la famiglia attuale dovrebbe essere più portata al dialogo, più autorevole, più capace di adattarsi ai bisogni delle persone, saper fare da guida, insegnare le cose motivandole, fare un lavoro di filtro su ciò che accade nella vita del figlio, commentare la televisione, rispondere alle domande dei figli, fare scelte e poi essere coerenti, offrire esempi,costruire in loro un’identità familiare, insegnare la capacità critica cioè che ci sono più modi di interpretare la realtà. Dare modelli di solidarietà ed altruismo. Valutare i pericoli dell’isolamento e la perdita dell’identità sociale che non può essere trasmessa al figlio se non c’è. Dobbiamo mostrare le nostre idee e che, per realizzarle, siamo capaci di combattere e di lavorare con gli altri.
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