Sandrigo: ricchezza e povertà viste da un agente immobiliare

Juri Bressan, Agente Immobiliare di Sandrigo

Juri Bressan, contitolare dell’agenzia immobiliare Retecasa di Sandrigo, ci racconta l’evoluzione del Paese vista dal suo particolare punto di vista.

Com’è la situazione immobiliare locale?

È importante precisare che ogni agenzia ha una modalità di lavoro, una storia ed una clientela diverse; questo vale anche per i Paesi: ogni comune è un caso a sé e le richieste di immobili cambiano anche rispetto ai comuni vicini.

Per quanto riguarda la situazione immobiliare, rispetto agli anni scorsi il 2018 ha avuto un inizio positivo. C’è però una considerazione da fare sulla tipologia di persone che cercano la prima casa. Il mercato si è praticamente spaccato in due, nel senso che da un lato c’è chi cerca l’abitazione costosa, singola o bifamiliare con prezzi che oscillano fra i 250 e i 350mila €. Dall’altro lato ci sono le richieste di appartamenti datati e molto meno costosi con un range di prezzo fra i 60 e i 115mila €; è ripresa la ricerca degli appartamenti grandi che hanno dai 25 ai 35 anni, però con costi e prezzi decisamente inferiori agli anni precedenti. Se 4-7 anni fa un tricamere valeva dai 140 ai 150mila €, oggi ne fa 95-105mila. Si tratta soprattutto di famiglie italiane, anche se c’è un ritorno degli stranieri, però solo dell’est Europa, mentre sono completamente spariti dal mercato tutti gli stranieri provenienti da paesi africani: è stato un mercato molto florido fino al 2004, 2006 sia per l’acquisto, perché avevano accesso al credito, sia per l’affitto. Ora abbiamo famiglie numerose che cercano appartamenti grandi in affitto che costino poco.

La cosa preoccupante riguarda il ceto medio, come le coppie giovani che vogliono sposarsi: preferiscono andare in affitto piuttosto che investire nella casa. E quindi tutta la parte in mezzo, il cosiddetto zoccolo duro del mercato immobiliare, bicamere più o meno recenti che oscillano dai 110-120, 150-160mila €, praticamente sono scomparsi: su 10 richieste me ne arrivano 2 di quel tipo. La coppia che prima comprava l’appartamento da 120mila € adesso va in affitto.

Quindi un po’ lo specchio della società lo vedi anche dal mercato immobiliare. Il ceto medio non dico che è scomparso, ma è un po’ in crisi. Non c’è più il passaggio dal bicamere per 5, 6 anni poi compro un tricamere e poi casetta a schiera. Adesso o si passa direttamente alla casetta a schiera, o si va proprio nella fascia inferiore, in mezzo non c’è quasi niente. Questa è la famosa forbice: o ricchi ricchi, o poveri poveri, in mezzo c’è poco, qui a Sandrigo. Che la situazione sia comunque migliore degli anni precedenti, sì. È partito in discesa dal 2008, il 2012 è stato l’anno peggiore, poi si è fermato un po’ e adesso, negli ultimi 2-3 anni, c’è una leggera risalita. Sempre però parlando di immobili usati, perché immobili nuovi ce ne sono veramente pochi.

Attualmente si costruisce pochissimo perché il mercato immobiliare ha nella pancia gli immobili costruiti 5, 8 anni fa che non riesce a vendere; sono tanti immobili nuovi, che però in realtà sono già vecchi perché hanno 5, 6 anni. I costruttori hanno vissuto dell’onda lunga del periodo della bolla immobiliare che è capitata anche qui nei primi anni 2000, quando si poteva vendere ancora prima di costruire. C’era molta più offerta rispetto alla domanda, così hanno costruito più di quello che il mercato riusciva ad assorbire, questo è il problema. Poi il mercato si è fermato e i prezzi sono scesi.

Ci sono aree più appetibili di altre? E perché?

L’arrivo dei profughi nei due ex hotel ha creato scompiglio a livello immobiliare, con deprezzamento attorno ai due hotel e una difficoltà molto maggiore nella rivendita, proprio per la presenza degli immigrati.

Non perché gli immigrati facciano chissà che, ma semplicemente perché ci sono, e la gente pensa che debba succedere qualcosa.

Sandrigo è un paese un po’ particolare nel senso che è diviso a metà dalla statale e quindi anche lì a livello comunale se magari si riuscisse a collegarle queste due parti (progetto sottopasso) aiuterebbe le persone a comprare di là dalla statale, dove abbiamo dei valori immobiliari un po’ più bassi. Invece all’interno del centro storico, piccolo però molto richiesto, si dovrebbe valutare di aiutare un po’ chi ci abita.

Per quanto riguarda la festa del bacalà, da un punto di vista immobiliare, se spostano la location al parco 3000 in modo fisso, potrebbero esserci problemi. Se il panorama davanti al tuo appartamento sono capannoni e cucine per tutto l’anno, diventa meno appetibile come luogo in cui vivere.

Oltretutto quella è un’area edificabile che sarà soggetta a lottizzazioni e questa ipotetica struttura fissa potrebbe anche diventare un freno; sicuramente avere davanti un parco come adesso, o un capannone fisso, è diverso.

Come vede il futuro della situazione immobiliare?

Il fatto è che il mercato si è spaccato a metà, nel senso che o è tutto spinto in alto o in basso; credo che sia una tendenza che proseguirà. Quest’anno hanno tolto la possibilità di detrarre il 50% del costo dell’Iva sulla prima e la seconda casa; invece, le politiche per incentivare le nuove costruzioni, si dovrebbero prorogare.

Anche il mio lavoro è cambiato molto, perché sono cambiatele persone in questi 14 anni: internet e la volontà degli acquirenti di informarsi meglio, non solo sulle tasse da pagare per l’acquisto della casa, ma proprio a livello di preparazione. Nel senso che i clienti sono diventati più intransigenti, un po’ più difficili, giustamente più esigenti. Oggi l’agente immobiliare deve crescere, svilupparsi, prepararsi sulle nuove costruzioni, le nuove tecnologie, l’aspetto fiscale che cambia sempre, sul come pubblicizzare l’immobile. È un lavoro che si è evoluto rispetto al sensaro di una volta.

Che futuro vede per Sandrigo?

È un paese particolare, dove si sta bene anche se, un po’ come tanti altri paesi,  si sta un po’ spegnendo. Ci sono, per esempio, attività che vengono chiuse e non vengono riaperte. Tratti che andrebbero valorizzati, magari dandoli in gestione alle associazioni; spazi tipo parco giochi anche al di là della statale. In centro sarebbe stato interessante mettere in sicurezza palazzo Marconi, rifare il cinema all’aperto d’estate.

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