Dato che sono appassionata di scrittura di sé, ho letto con piacere che l’archivio diaristico di Pieve Santo Stefano, grazie al contributo della fondazione Telecom, sta per essere completamente digitalizzato. L’Archivio è sorto nel 1984 grazie all’impegno straordinario di Saverio Tutino. L’archivio conta, ad oggi, circa 7000 testi suddivisi fra diari, epistolari e scritture di sé.

Il progetto prende il nome di
Impronte digitali e
nasce per permettere a tutti di ammirare e “toccare” i documenti conservati. La digitalizzazione permette di fotografare i documenti mettendoli a disposizione dei visitatori nella loro forma originaria.
Qui a fianco potete vedere come si presenta il Lenzuolo dove Clelia Marchi ha scritto il suo diario Gnanca ‘na busia.
Il responsabile scientifico è il professor Camillo Brezzi e, nel percorso, è interessata anche l’Università degli Studi di Siena, Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo. Un’altra interessante conseguenza sarà la possibilità di sviluppare filoni di ricerca specifici i cui risultati saranno pubblicati in volumi editi da Il Mulino di Bologna.
La digitalizzazione, come richiesto dalla Sovrintendenza Archivistica della Toscana che ha dato il nulla osta al progetto, è realizzata in sede, direttamente dall’Archivio che si è dotato di adeguata strumentazione. Come prima tappa il progetto si è concentrato sull’acquisizione digitale dei diari dell’Unità d’Italia.
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