Dopo aver parlato di comportamento morale e disciplina, e di punizioni e premi, vediamo quali sono i metodi che generalmente si adottano per insegnare le regole sono: quello autoritario, quello permissivo e quello democratico. Relazione di Oreste Benella
Con il metodo autoritario le regole vengono imposte; non importa se sono capite ed accettate, importa che il bambino faccia una data cosa. Le punizioni sono severe anche per mancanze minime; i riconoscimenti sono pochissimi. Il genitore autoritario dice: “Non importa quello che pensi e sei, importa quello che io penso di te”. È un metodo che lascia molto spazio all’arbitrarietà: il bambino non può scegliere; si ottiene risentimento, ci si scarica verso i più piccoli; si evitano le regole. I genitori sono soddisfatti perché i figli li temono e fanno quello che vogliono loro, ma non si rendono conto che la punizione continua porta alla paura, per cui il bambino si difende mascherando il proprio comportamento; questo tipo di educazione porta i figli ad essere disonesti e sleali. Se usata bene, e moderatamente, può funzionare e lascia un segno sulla personalità del bambino.
Il metodo permissivo è l’opposto del precedente: le regole ci sono, ma non sono obbligatorie; non vengono offerti modelli di riferimento; non ci sono né premi, né punizioni. La conseguenza sono bambini confusi, facilmente ansiosi, troppo timorosi o aggressivi che cercano in tutti i modi una regola e sono pieni di risentimento verso i genitori perché non li aiutano e perché si disinteressano di loro. A volte dietro al comportamento deviante c’è solo il disperato tentativo di trovare qualcuno che si occupi di loro. Sono ragazzi vuoti di riferimenti che si ritrovano doppiamente puniti: dai genitori e d
alla società; spesso il loro inserirsi in bande devianti, ma con regole rigidissime, è dovuto proprio ad un estremo bisogno di qualcosa che dia loro sicurezza ponendo loro un limite.
Il metodo democratico prevede la spiegazione e la discussione: l’obbiettivo è aiutare il bambino a scegliere da solo il comportamento corretto; si usano premi e castighi, ma le punizioni non sono mai traumatiche e mai di tipo fisico. Sono date solo quando c’è la mancanza di intenzione positiva nel fare le cose; c’è la possibilità di dire la propria opinione: le conseguenze sono una facile adattabilità, libertà di pensiero, di azione ed autonomia, maggior autocontrollo, capacità di collaborazione, capacità di resistere alle difficoltà, tendenza ad avere rapporti più calmi e collaborativi. E’ un uso positivo delle risorse della persona.
Infine, è di fondamentale importanza la condivisione di valori di base a livello di comunità. La necessità di assumersi un ruolo politico nell’educazione dei figli, necessità che viene definita come un compito generazionale di noi genitori. Sono i piccoli gesti che innescano i grandi cambiamenti, ma bisogna crederci insieme.
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