Italia rifiuta aiuto Frontex
Nonostante le sparate continue sulla necessità dell’intervento europeo nella gestione del fenomeno migratorio, l’Italia vuole essere libera di fare come vuole, senza dover rendere conto all’Europa, come dimostra il post di Fulvio Vassallo Paleologo più sotto.
In pubblico si piange e si chiede aiuto, in privato si dice no grazie, facciamo da soli.
Frontex: quando in segreto l’Italia disse no all’agenzia Ue di sorveglianza alle frontiere
L’Huffington Post | Di Dario Prestigiacomo Pubblicato: 21/10/2013 20:54 CEST | Aggiornato: 21/10/2013 20:54 CEST
Sotto la luce dei riflettori, l’Italia batte i pugni per chiedere che l’Europa si prenda carico della gestione dell’emergenza immigrazione nel Mediterraneo. Peccato, però, che nel segreto delle stanze di Bruxelles sia stata proprio l’Italia a bocciare la proposta della Commissione europea di conferire a Frontex, la discussa agenzia Ue di sorveglianza alle frontiere, la competenza esclusiva per il coordinamento delle operazioni di localizzazione e salvataggio in mare (“search and rescue”) dei barconi dei migranti.
E’ quanto è successo nel corso dell’ultimo gruppo di lavoro del Consiglio Ue sulle frontiere. L’Esecutivo di Bruxelles, sotto la spinta dei fatti di Lampedusa e degli appelli lanciati dal governo Letta, ha portato alla seduta una serie di proposte per riformare Frontex. Tra queste, per l’appunto, l’indicazione di una cabina di regia europea, gestita a livello centrale, per individuare le rotte dei barconi di migranti che partono dal Nord Africa e che interessano lo specchio di mare che va da Cipro alla Spagna. Contro questa proposta si sono scagliati Grecia, Malta, Francia, Spagna e Italia, ossia i paesi più interessati dalle rotte.
Come mai? A Bruxelles in pochi hanno dubbi: sulle politiche di lotta all’immigrazione clandestina ogni Stato vuole avere le mani libere e non essere soggetto a normative europee. Finora, infatti, i paesi europei hanno potuto scegliere le proprie strategie con la massima libertà, con l’unico faro di riferimento internazionale che è dato da convenzioni come quella di Ginevra. Convenzioni che è difficile fare rispettare. Diverso il discorso se da domani dovesse intervenire l’Europa, con il doppio controllo di Commissione e Corte Ue.
Basti ricordare quanto successe col governo Berlusconi con i respingimenti in mare: la commissaria Malmstrom ne chiese pubblicamente lo stop, ma non poté far nulla per mancanza di poteri in merito da parte dell’Esecutivo. Poteri che ora proprio la Malmstrom rivendica, facendo seguito (ironia del caso) alla richiesta dell’Italia di un maggiore impegno Ue sul fronte immigrazione.
La vicenda, che per ora è rimasta nei sotterranei del dibattito politico, non è stata vissuta bene da governo e Pd. La delegazione democratica all’interno del Parlamento europeo, infatti, aveva contattato il governo per chiedere di non votare contro la proposta della Commissione. Anche il ministro Kyenge ha mostrato un certo imbarazzo, limitandosi a dire che si tratta di “una questione delicata, riguardante le nuove linee guida di Frontex, di cui si sta occupando il ministero dell’Interno”. In sostanza, la palla è in mano ad Alfano. Che, a quanto dicono a Bruxelles, ha inviato un messaggio chiaro all’Ue: i poteri in materia di controllo delle frontiere devono restare di competenza esclusiva dell’Italia.
Lo stesso Alfano che pochi giorni fa aveva dichiarato: “Noi abbiamo un sistema che si chiama Frontex, che è un sistema di protezione delle frontiere. Noi vogliamo vedere gli aerei e le navi che proteggono quella frontiera e lo vogliamo fare perché pensiamo che questo sia il modo migliore per evitare i morti, altrimenti noi faremo sempre degli inutili pianti sulle bare senza riuscire a fare nulla di concreto”.
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