Le reti pacifiste italiane rilanciano la campagna No F35
È da qualche tempo che non scrivo nulla sugli F35. Provo a recuperare il ritardo con alcuni aggiornamenti importanti.
Ricordo che i cacciabombardieri atomici F35, non funzionano affatto bene e, più passa il tempo, più problemi si scoprono. Dopo che il 4 luglio gli Usa non li hanno fatti volare per mancanza di sicurezza minima, nel giugno 2016 hanno perso pezzi in volo sul Giappone.
Si è inoltre appurato che i costosissimi quanto scassati caccia sono costruiti da lavoratori precari.
Nonostante gli acquisti già conclusi negli ultimi anni da diversi Governi è ancora possibile fermare il contratto di acquisizione del lotto conclusivo, risparmiando miliardi di euro che potrebbero essere utilizzati per la difesa del territorio e il rilancio di politiche per il lavoro e il welfare (almeno 10 miliardi di euro secondo le stime della campagna, sempre precise, documentate e confermate in tutti questi anni di azione). Nei prossimi 10 anni si potrebbero investire in: 100 elicotteri per l’elisoccorso in dotazione ai principali ospedali, 30 canadair per spegnere gli incendi durante l’estate, 5.000 scuole messe in sicurezza a partire da quelle delle zone sismiche e a rischio idrogeologico, 1.000 asili nido pubblici a favore di 30.000 bambini oltre a 10.000 posti di lavoro per assistenti familiari nel settore della non autosufficienza.
Ieri alle ore 11.30, presso la Sala Stampa della Camera a Roma i promotori hanno presentato le iniziative della società civile per una Campagna di mobilitazione contro gli F35, già oggetto di iniziative delle organizzazioni pacifiste italiane sin dal 2009. Il rilancio della Campagna è promosso dalla Rete Italiana per il Disarmo, dalla Rete Della Pace e dalla campagna Sbilanciamoci!
Durante la conferenza stampa le organizzazioni promotrici hanno presentato gli obiettivi e le iniziative dei prossimi mesi con l’obiettivo di spingere Parlamento e governo a fermare la partecipazione italiana al programma Joint Strike Fighter per i velivoli i cui acquisti non sono stati ancora confermati.
Francesco Vignarca di Rete Disarmo ha dichiarato: “Tra il 2019 e il 2020 anche il nostro Paese dovrà decidere se sottoscrivere un contratto di acquisto pluriennale, diverso dagli acquisti annuali flessibili che sono stati condotti finora, per cui siamo allo snodo fondamentale: dopo tale passaggio non sarà più possibile tornare indietro e risparmiare alcun euro, anzi il continuo lievitare dei costi ci costringerà ad aumentare anche i fondi attualmente stanziati. Facciamo dunque appello a chi ha sempre dichiarato la propria contrarietà agli F-35: abbiate coraggio di una decisione che porterà benefici veri al Paese”.
Non si può che concordare con questa proposta: a che ci servono cacciabombardieri costosi e che non funzionano? Perciò diciamo forte e chiaro
No F35
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