Lettera aperta ad Amref
Spett. le Associazione Amref,
da più di quindici anni mi occupo quotidianamente di immigrazione, fornendo assistenza legislativo-burocratica ai migranti presenti nel nostro territorio.
Da sempre, inoltre, sono attiva nel volontariato e seguo le problematiche legate alla mondialità e alle motivazioni profonde che si nascondono dietro alle vergognose disuguaglianze fra nord e sud del mondo.
Da qualche tempo gestisco alcuni blog e mi capita di pubblicarvi dei video pubblicitari. Mi ha fatto piacere l’idea di un video che si occupava dei temi che mi stanno più a cuore.
Immaginavo un video che avrebbe fatto riflettere sulla complessità delle situazioni e su quelle che sono le motivazioni vere e profonde che portano tante persone a lasciare la loro terra per cercare una vita migliore da un’altra parte.
Pensavo che avreste mostrato il furto di risorse che l’occidente continua – da Colombo – a portare avanti ai danni del sud del mondo, ma anche l’assurda situazione per cui chi detiene le più grandi ricchezze (miniere d’oro, argento, diamanti, coltan; zucchero, caffè, tè, spezie, ecc.), non può godersele e muore di fame, malattie, guerre – spesso provocate da noi occidentali che, pur essendo solo il 10% della popolazione mondiale, consumiamo (ma sarebbe meglio dire sprechiamo) il 90% delle risorse.
Questo, ed altro di simile, pensavo di vedere. Invece il video, intitolato: “Aiutiamo gli africani in Africa“, mi ha lasciata basita ed esterrefatta; mai avrei immaginato che, in così pochi minuti, un’associazione di volontariato (e, sottolineo, un’associazione di volontariato) sarebbe riuscita a mettere insieme una simile quantità di luoghi comuni e stereotipi sull’immigrazione. Come avete potuto finanziare un lavoro simile?
Prima di tutto l’aver utilizzato il termine “Vu cumprà“; da diversi anni (ma, a quanto pare, voi non ne siete a conoscenza) una nutrita serie di associazioni, enti e personalità, sta lavorando per cercare di costruire e proporre un linguaggio privo di stereotipi xenofobi e razzisti – come, appunto, vu cumprà. Ne è un esempio la rete dei Giornalisti contro il razzismo, con le sue campagne di sensibilizzazione.
La libertà di spostarsi da un luogo a un altro del pianeta è sancita dalla Carta dei Diritti dell’Uomo e recepita da trattati e convenzioni internazionali e dalla nostra Carta Costituzionale. E infatti sono moltissimi gli italiani che hanno fatto questa scelta. Il Veneto, la mia regione, ne è un esempio. E questo non soltanto nei secoli scorsi per superare povertà e fame, ma anche oggi. Per esempio con gli imprenditori che esternalizzano le loro fabbriche in Romania piuttosto che in Marocco – perché il costo del lavoro è inferiore. Chissà… magari uno di quei Paesi potrebbe girare un video dal titolo: “Aiutiamo gli italiani in Italia”…
Il linguaggio volgare e offensivo che è stato utilizzato: “i vu cumprà rompono i coglioni” non è accettabile. Ritengo che nessuno dovrebbe farlo – tanto meno pubblicamente (anche se abbiamo svariati campioni di volgarità nelle più importanti istituzioni). Chi utilizza le parole per convincere sa quanto il linguaggio influenzi l’opinione pubblica e possa fare cultura, aiutando a riflettere e decidere. Ma forse avete “soltanto” dovuto pagare il pegno per avere un “attore” proveniente da: “Le Jene”…
Il messaggio che il vostro video trasmette contiene un razzismo verso gli africani in Italia di cui non si sente affatto il bisogno. C’è già una propaganda quotidiana fattadi esclusione, discriminazione, xenofobia; ci sono continue vessazioni nei confronti dei migranti, continue ordinanze che, in nome della “sicurezza” ne limitano i diritti fondamentali. E c’è, proprio in questo periodo, un progetto ministeriale di “rimpatrio assistito” per far tornare gli immigrati nei paesi da cui sono venuti. Dalle mie parti la lega ha fatto la sua fortuna elettorale proprio con gli slogan: “Paroni a casa nostra” e “Aiutiamoli a casa loro“, come dite voi.
Da ultimo vi volevo chiedere: ma cosa penseranno tutte le persone che vi offrono denaro per aiutare gli altri, quando scopriranno che una parte di quei soldi viene spesa in campagne pubblicitarie come questa, dando soldi ai blogger italiani, anziché agli africani in Africa?
Se dovessi decidere di mettere video pubblicitari nel mio blog, saranno sicuramente relativi a prodotti o carte di credito. Il volontariato in cui credo e per cui mi spendo da più di quarant’anni non ha nulla a che spartire con cose come queste.
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