Lufthansa: piloti rifiutano rimpatrio migranti espulsi dalla Germania

Disobbedienza piloti Lufthansa

Ne avevo già scritto un anno e mezzo fa: i piloti tedeschi rifiutano di rimpatriare i richiedenti asilo espulsi dalla Germania. Ed ora si replica con almeno 222 rimpatri andati a vuoto grazie al coraggio dei piloti della Lufthansa.

La scelta dei piloti Lufthansa

In Germania, se il pilota ritiene ci sia un rischio sicurezza per il volo, può – anzi, deve – rifiutare di trasportare il passeggero. La sua priorità, infatti, è la sicurezza di tutti. Dato che la polizia non accompagna gli espulsi durante il volo, i piloti considerano la presenza di persone prive di custodia, come un rischio per la sicurezza del volo.

Molte delle persone espulse sono rispedite in Afghanistan, considerato dalla Germania “Paese sicuro”, mentre sappiamo tutti che non è così. Il diritto internazionale vieta il respingimento verso un paese non sicuro: nei primi dieci mesi del 2017, in Afghanistan ci sono già state 8.000 vittime civili, ma la Germania ha già rimpatriato 132 afghani. Per questo i piloti, quasi tutti della Lufthansa, hanno fatto questa scelta di Zivilcourage (coraggio civile).

Le domande di protezione internazionale in Germania

La Germania resta comunque il Paese con il più alto numero di richieste di protezione internazionale: ne ha accettate 170.000 e respinte 210.000, più che tutto il resto dell’Unione Europea. Moltissimi dinieghi, come succede anche in Italia, sono annullati dal ricorso presentato dal richiedente; ricorsi che sono sempre più numerosi, arrivando a un ricorso ogni due dinieghi.

Il governo tedesco sta cercando di velocizzare le espulsioni e, dopo aver bloccato i ricongiungimenti familiari, nel 2018 proporrà ai richiedenti asilo che vedranno respinta la loro richiesta, un incentivo di 3.000 € come accettazione dell’espulsione.

Intanto però anche molti medici si stanno attivando per bloccare o ritardare le espulsioni; lo fanno attestando malattie che impediscono agli espulsi di effettuare il viaggio aereo: un’altra forma di Zivilcourage che, speriamo, attecchisca anche in Italia.

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