Algeri è una donna distesa
In Svizzera, quest’estate pioveva e il tergicristallo sussurrava: Al-ger, Al-ger, Al-ger…
Ritorno incontaminata, non ho tradito, non ho rinnegato.
Algeri, La mia città è una grande donna distesa. La cashbah è la sua testa bianca e velata, la spalla è la piazza del Governo. Il braccio piegato è l’Ammiragliato e il molo grande. Le creste di El Biar seguono il profilo del suo fianco largo e i piedi si perdono nel verde del “caroubier”, laggiù, dopo il giardino sperimentale, dalla parte di maison-Carrée.
La vostra schiava è tornata dopo un viaggio a settentrione e sogna di perdersi nelle vostre strade e nei vostri giardini.
La strada della mia scuola, la strada della mia casa, la strada dei giorni di vacanza, la strada della domenica, la strada dell’amore, la strada del sole, la strada del porto, quella del mare, la strada della baia, la strada delle palme. Le petunie, le fresie, i glicini, i gerani, gli oleandri, gli ari, le zinnie, i garofani. I conciabrocche che chiamano i clienti battendo colpi secchi sul fondo di un vecchio catino. I venditori di vestiti che avanzano con passo lento gridando: “Ha-bits, ha-bi-ou, ha-bits”. I venditori di strofinacci accoccolati all’angolo delle strade che portano ai mercati. I venditori di noccioline, di lupini e di ceci. I venditori di fiori che, a seconda della stagione, vendono in un cesto rotondo le viole del pensiero gialle e blu di Chréa, le violette di Blida, le giunchiglie di Draria, i ciclamini di Bainem. I danzatori della montagna che vanno a tre a tre: uno con un tamburo, un altro con il flauto e il terzo con certi piatti-nacchere di rame a forma di manubrio; girano in tondo e ridono sempre. Le famiglie gitane che rimpagliano le sedie e siedono lungo i muri per metri e metri di strada.
La sera è tutto uno scintillio di luci. La città è adagiata su quasi la metà del Golfo,. Quando vedi Algeri dal mare o dalla riva che le sta di fronte, è uno spettacolo abbagliante: un gran tesoro scintillante, soprattutto d’estate, quando le luci tremano di più.
Marie Cardinal: “Ascolta il mare”
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