Migranti e burocrazia nel febbraio 2017
Voglio qui riassumere alcuni fatti riguardanti l’immigrazione e la burocrazia italiana ad oggi, fine febbraio 2017. I temi riguardano i costi dei permessi di soggiorno, la semplificazione amministrativa, la legge sulla cittadinanza italiana ai figli degli immigrati (in questo blog, il primo articolo sul tema risale al settembre 2010), le modifiche normative riguardanti i ricorsi dei richiedenti asilo.
Attualmente l’opinione pubblica si interessa quasi esclusivamente dei problemi legati all’arrivo di richiedenti protezione internazionale e dimentica completamente che ci sono persone, regolarmente presenti da anni, che patiscono le pene dell’inferno per riuscire a stare in Italia in modo regolare pagando tutti i balzelli che il nostro Stato pretende (ma di questo la politica non parla mai).
Sui costi dei permessi di soggiorno, finalmente lo Stato è costretto a restituire quanto indebitamente incassato negli anni. Dopo sentenze su sentenze, anche dell’Unione Europea, speriamo sia la volta buona: si tratta di mezzo miliardo di euro che lo stato italiano ha incassato dai migranti senza averne diritto.
Penso abbiate tutti potuto verificare quanto è più comodo autocertificare i propri dati, senza dover ogni volta chiedere un certificato in comune. Ebbene, per i migranti questo non è ancora possibile, sono anni che se ne parla, ma il governo ogni anno, con il decreto milleproroghe, allunga i tempi all’infinito.
Per entrare più nel dettaglio significa che non si può autocertificare lo stato di disoccupazione per rinnovare il permesso di soggiorno, ma si deve andare al Centro per l’Impiego; non si possono autocertificare gli esami fatti, ma si deve chiedere l’elenco all’università; non si può certificare la situazione giudiziaria, ma si deve andare in tribunale.
Eppure la data “ultima” sarebbe dovuta essere il primo gennaio 2013. Purtroppo gli uffici preposti non hanno ancora trovato il modo di parlarsi, di collegare i database fra loro (risparmiando tempo e denaro, fra l’altro), e così stiamo ancora aspettando e chissà quanto durerà questa attesa!
La mancata legge sulla cittadinanza italiana è davvero una vergogna, qualcosa di indegno di un paese che si vuol definire civile.
Ci troviamo in una situazione assurda, con la legge ferma da un anno in senato, con alcune parti politiche che non la vogliono approvare ed il governo che, per superare gli ostacoli, sta pensando di “porre la fiducia” per farla approvare e basta. Personalmente la ritengo una sconfitta per tutti noi: significa essere completamente miopi ed incapaci di capire che il mondo è cambiato e già da molto tempo. È la politica ad essere ancora ferma alle prime ere geologiche. Guardatevi il video qui sotto e poi dite se non ho ragione.
E per finire, ma strettamente legato all’argomento precedente, ecco a voi le nuove trovate a proposito di richiedenti asilo. Si è deciso che la cosa più importante da fare è creare nuovi centri per gli irregolari (che ora si chiameranno Centri di Permanenza per i Rimpatri) e togliere un altro po’ di diritti a chi fugge dalle guerre, eliminando un grado di giudizio, cioè l’appello. Io non sono avvocato e vi invito quindi a leggere l’interessante intervista rilasciata in proposito da Livio Neri dell’Asgi. Scoprirete così che il 70% di chi presenta ricorso ottiene una qualche forma di protezione e che i 30.000 ricorsi del 2016 sono una piccolezza, se paragonati ai 4.000.000 di cause civili pendenti.
Essendo un decreto legge (e che si sia deciso di modificare queste norme con decreto è gravissimo), dev’essere convertito in legge entro 60 giorni dalla pubblicazione. Ed ecco che lo si fa passare davanti alla legge sulla cittadinanza che se ne starà ancora lì ad aspettare chissà quanto.
Però vi voglio salutare con un’altra notizia positiva (dopo quella della restituzione dei soldi ai migranti).
Chiamare clandestini i richiedenti asilo è discriminatorio e la lega nord è stata per questo condannata a pagare 10.000 euro di risarcimento alle associazioni Asgi e Naga che avevano presentato ricorso.
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