Moha il folle, Moha il saggio, dal libro di Tahar Ben Jelloun
Il libro Moha il folle Moha il saggio, è stato pubblicato nel 1978. L’autore è il famosissimo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun. Leggete questo brano e gustatevi la sua stupenda scrittura!
Sulle sillabe della luce
ho posato le mani
era una gabbia destinata a un uccello squartato
dal tempo
era una parola insaziabile
conto i giorni
io che altro non contavo che i secoli e gli alberi
dentro alla foresta delle navi verso la nostalgia
in cerca d’amore per questo popolo ubriaco d’assenza
dove la rugiada discende con lentezza
sopra una terra muta
sopra un’erba rada
ho detto popolo
avrei dovuto aggiungere fiero e degno
la caverna era una leggenda
l’albero dove abito un rifugio
una vecchia storia che ho fabbricato pezzo per pezzo
ma
non ho mentito
lo specchio s’è spostato chiuso su tante immagini
turbato da tanti avvenimenti e tanto rumore
attraversare il paese
come lo straniero velato
come il carovaniere abbandonato dai cammelli
ripudiato dalle donne rinnegato dai figli
no
io andavo da piano a valle
da città a villaggio
ho attraversato case di padroni e patriarchi
come la freccia che mi aveva offerto il mio fratello indiano
ma il sogno cade
dentro un ruscello
allora sento brividi in testa e in cuore
sono il ruscello che più non sa dove sia la sua sorgente
sono la parola che non conosce donde viene
sono il sogno che si spegne con la notte
e io continuo ad amare lì’alba
con le sue parole a malapena illuminate dal sogno tardivo
e le palme si inchinano al mio passaggio
allora, quando sono nudo
spoglio di frasi
rapito al mio riso
disseppellisco i denti ingialliti
e parlo a un cranio che mi si spezza
salgo sulla stele e raggiungo le nuvole
spero di poter dare la mano a mio figlio gettato in una cantina.
La traversata del territorio è sospesa
poiché i poeti non sanno mentire
senza odio andrò verso i cadaveri seppelliti con queste
mani brucianti ostinate nel barlume del mattino
poiché non vedrò più l’azzurro
contro la pietra umida la mia testa fuma
e sognatore salto in piedi uniti dentro la notte versata sopra
la grana di questo muro con una crepa che si apre sul pare.
Chi è il protagonista?
La storia prende spunto da Ahmed Rachid, un giovane militante che, per resistere alla sofferenza della tortura, decide di ricorrere a uno stratagemma: ricordare i momenti più felici della sua vita, unica cosa che i suoi torturatori non potranno togliergli. La sua voce arriva a Moha, il solo capace di captarla e di trasmetterla agli altri. Così Moha si fa voce di tutti quelli che non possono parlare, diventa l’aedo di un lungo racconto popolato da tutte le angosce degli uomini; è il saggio da internare, il folle di una particolare, lucida follia.
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