Informazioni del dipartimento Libertà Civili e Immigrazione.
Gli studenti stranieri che abbiano terminato gli studi universitari e non riescano a trovare lavoro prima che scada il loro permesso per studio devono tornare in patria. Questa la sostanza di una circolare del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale, la n. 6786 del 5 settembre 2011, in merito ad un quesito che ipotizzava una sorta di “permesso di soggiorno in attesa di occupazione” a fine corso universitario.
Rigettata quindi la possibilità di rilasciare un permesso di un soggiorno per attesa occupazione anche in favore di quegli studenti stranieri che avessero proficuamente concluso gli studi universitari e non accedano a dottorati o master universitari di secondo livello. La risposta si fonda sulla assenza di una precisa disposizione di legge che supporti tale conversione del permesso per motivi di studio.
I neolaureati che intendono restare in Italia dovranno quindi trovare impiego subito, prima che scada il loro permesso per studio. Un’impresa difficile, soprattutto nell’attuale congiuntura economica. Un trattamento diverso rispetto a quello riservato dalla legge sull’immigrazione a chi finisce un master o un dottorato: in questi casi, infatti, scaduto il permesso per studio, ci si può iscrivere al collocamento e ottenere un permesso per attesa occupazione, che consente un ulteriore periodo di soggiorno per almeno sei mesi di tempo, da utilizzare per la ricerca di una occupazione lavorativa.
Circolare n. 6786 del 5 settembre 2011
MINISTERO DELL’INTERNO
DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
DIREZIONE CENTRALE DELL’IMMIGRAZIONE E DELLA POLIZIA DELLE FRONTIERE
Oggetto: Studenti stranieri. Rilascio del permesso di un soggiorno per attesa occupazione
In risposta al quesito con il quale è stato chiesto un parere in merito alla possibilità di rilasciare un permesso di un soggiorno per attesa occupazione anche in favore di quegli studenti stranieri che abbiano proficuamente concluso gli studi universitari e non accedano a dottorati o master universitari di secondo livello, si ritiene che per procedere a tale conversione sia preliminarmente necessario uno specifico intervento di modifica legislativa.
Nel precisare che il suddetto orientamento è stato opportunamente condiviso con il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, si resta a disposizione per eventuali, ulteriori chiarimenti.
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