Ocse e analfabetismo degli italiani
Analfabetismo: oltre un italiano adulto su quattro non possiede le competenze alfabetiche e digitali di base e quasi uno su tre ha esigue conoscenze matematiche. Tutti dati che proiettano il nostro Paese ben al di sotto della media dei Paesi OCSE.
Italia e analfabetismo di ritorno
Si tratta, peraltro, di competenze fondamentali per la crescita individuale, la partecipazione economica e l’inclusione sociale. È quanto rivela la prima indagine internazionale sulla competenza degli adulti, condotta dall’OCSE e dalla Commissione europea sulle persone tra i 16-65 anni in 17 Stati membri dell’UE più altri sette paesi non europei. In Italia, l’indagine è stata condotta dall’Isfol su incarico del Ministero del Lavoro.
In Italia, il 27% degli intervistati non ha adeguate competenze alfabetiche. Quasi il 32% non possiede quelle matematiche e un italiano adulto su quattro non è in grado di utilizzare gli strumenti di base delle nuove tecnologie. In tutti questi campi, l’Italia si è classificata all’ultimo posto, seguita in quasi tutti i settori dalla Spagna.
In Italia, inoltre, la differenza tra chi ha genitori con titoli di studio migliori e chi invece proviene da famiglie che non hanno conseguito diplomi universitari o di scuola secondaria è più marcata rispetto agli altri paesi. Il dato complessivo europeo mostra che a non possedere le competenze di base alfabetiche e matematiche è un adulto su cinque. E che la laurea non basta per garantire lo stesso grado di competenze rispetto fra diversi stati. Le competenze sono più scarse tra i disoccupati. Aumentano nel campo digitale (25% contro il 20% di quelle alfabetiche e numeriche). Le differenze tra gli Stati membri sono enormi e i divari generazionali sono notevoli, soprattutto in alcuni paesi. Proprio in Italia questo ultimo dato emerge in maniera più netta. Insieme a Spagna, Francia, Belgio e Finlandia siamo il paese in cui c’è più differenza tra le competenze della fascia 25-34 anni e quelli dei 55-65, in favore dei più giovani.
Dall’indagine emergono comunque anche una serie di aspetti positivi, evidenzia l’Isfol. Si riscontra, in particolare, un processo di contenimento dell’analfabetismo e anche una significativa riduzione del divario tra maschi e femmine. Per le donne si rileva, infatti, un recupero di competenze, soprattutto sul versante delle competenze alfabetiche.
I risultati dell’indagine e le relative implicazioni in materia di istruzione e formazione verranno discussi – spiega la Commissione europea – con gli Stati membri con l’obiettivo di aiutarli a definire le iniziative che permetteranno di rimediare alle carenze descritte. Il nuovo programma Erasmus+ per l’istruzione, la formazione e la gioventù sosterrà progetti intesi a sviluppare e migliorare le competenze degli adulti. L’indagine può anche aiutare gli Stati membri a definire, per il periodo 2014-2020, le priorità che richiederanno un finanziamento dal Fondo sociale europeo; quest’ultimo costituisce una delle principali fonti di investimenti in competenze e formazione e può anche migliorare l’accesso alla formazione per i gruppi vulnerabili.
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